pubblici esercizi
07 Giugno 2021
Cresce del 20,8% la domanda turistica, forte il turismo di prossimità, più stentati gli arrivi dall’estero. Mare e città d’arte le mete più gettonate.
Lontane, ancora le cifre record del 2019 (in era ante Covid), anno in cui si sono registrate ben 73,5 milioni di presenze in più.
Queste le evidenze principali emerse dalle rilevazioni del Centro Studi Turistici per Assoturismo Confesercenti su 2.185 imprenditori della ricettività.
A segnalare gli andamenti migliori sono gli imprenditori del Sud e delle Isole (+23,9%). Valori più o meno omogenei sono attesi per il Nord Est e il Nord Ovest (rispettivamente +20,5 e +20,1%), mentre per le regioni del Centro la crescita si ferma al +18,6%. A recuperare presenze sono soprattutto le strutture extralberghiere (+21,6%), anche se il comparto alberghiero segue a breve distanza (+20,2%).
Cominciano ritornare i turisti stranieri: le stime parlano di un aumento della domanda pari al +24,1%, per un totale di 34,8 milioni di presenze. Insomma, circa 6,7 milioni in più rispetto allo scorso anno, ma ancora 65,8 milioni in meno del 2019, quando avevano superato quota 100 milioni.
“Dopo dodici mesi terribili, il turismo italiano vede finalmente segnali concreti di ripartenza. Ma è una ripartenza ancora lenta, soprattutto dal punto di vista della domanda straniera, che non basterà a recuperare quanto perso con la pandemia”, commenta in proposito Vittorio Messina, Presidente nazionale di Assoturismo Confesercenti. “L’auspicio è che il consuntivo di fine estate ci consegni risultati migliori grazie al passaporto sanitario europeo; ma è evidente che la riapertura tardiva del turismo italiano ha pesato sulla ripartenza: l’incertezza su date e coprifuoco ha dirottato molti viaggiatori stranieri verso altri paesi. È la conferma che per ripartire non basta riaprire: c’è bisogno di un piano di rilancio e promozione della destinazione Italia soprattutto presso i mercati esteri”.
Infine le mete: a recuperare sono tutte le tipologie: campagna e collina (+19,6%), montagna (+19,4%), laghi (+17,6%) e terme (+14,4%), ma il podio spetta alle aree balneari con 66,6 milioni di presenze; interessante rimonta anche per le città d’arte per cui si prevede un aumento del +24,3% (non dimentichiamo che lo scorso anno erano state praticamente azzerate), agevolato anche dalla riduzione dei prezzi, in alcuni casi fino al -30%.
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