pubblici esercizi
30 Ottobre 2019Golosi sì, ma non troppo. Al classico gelato, gli italiani sembrano preferire le varianti meno caloriche. La tendenza emerge con chiarezza dalle rilevazioni effettuate da Npd Group: nel 2018 le visite legate a granite e sorbetti hanno superato i 45 milioni, registrando così un allungo del 12,4% rispetto all’anno precedente. «Le alternative al prodotto classico – spiega Linda Moreschi, account e client development dell’istituto di ricerca – incontrano un sempre più ampio gradimento da parte dei consumatori, in linea con il crescente trend salutistico e con la diffusione delle referenze free from». Certo, i volumi mossi sono ancora marginali: l’accoppiata incide per circa l’8% sul totale delle consumazioni di prodotti a base di ice cream. Ma le prospettive sembrano interessanti: l’aumento messo a segno nello scorso anno non è infatti un fuoco di paglia. «Queste categorie – conferma Moreschi – guadagnano stabilmente quote di mercato da almeno un quinquennio».
CALO GENERALIZZATO
Granite e sorbetti sono però l’unica voce a muoversi in territorio positivo all’interno di una macrocategoria che segna il passo. Dopo avere tenuto durante il picco più forte della crisi, infatti, i prodotti a base di ice cream stanno complessivamente vivendo una fase di pronunciata criticità. «In soli dodici mesi – rileva Moreschi – le visite sono calate del 9% passando dai 622 milioni del 2017 ai 566 milioni del 2018. A soffrire di più sono le voci minori: le torte gelato lasciano sul tappeto il 27%, i sundae perdono il 21,3%. In valore assoluto, tuttavia, sono le categorie maggiori a fare rilevare le perdite più pesanti: il comparto artigianale, che vale il 71% del mercato, flette del 7,6% perdendo ben 33 milioni di visite; quello confezionato, che rappresenta il 12% delle consumazioni, diminuisce del 14,2%. E in questo caso all’appello mancano 11 milioni di ordinativi». I dati non lasciano quindi spazio all’ottimismo, tanto più se si considera che la fascia oraria della merenda, quella cioè in cui si concentra il 55,9% delle complessive consumazioni di prodotti a base di ice cream, ha registrato nel 2018 un aumento del 3,6%.
I CONCORRENTI CHE NON TI ASPETTI
Principale imputati di questa battuta d’arresto sono due (inaspettati) concorrenti. «In primo luogo – osserva Moreschi –, occorre rilevare la significativa crescita, nello spuntino di metà pomeriggio, delle preferenze accordate ai prodotti salati: tra il 2017 e il 2018 panini & tramezzini hanno visto la propria incidenza sulle consumazioni effettuate in questa fascia oraria passare dal 28,9% al 33,7%. E questa dinamica ha chiaramente giocato a svantaggio del gelato». Ma non è tutto. I prodotti a base di ice cream hanno dovuto fare i conti anche con un altro competitor: i prodotti da forno dolci. Torte, pasticcini e cornetti hanno guadagnato terreno persino in ambiti di assoluto dominio dell’ice cream. «Per compensare scontrini sempre più limitati – afferma Moreschi –, le stesse gelaterie hanno iniziato a introdurre queste referenze. E i risultati sono stati incoraggianti».
LA RIVINCITA STA NEI PASTI
Per il gelato, lo scenario non è insomma roseo. Qualche buona notizia potrebbe però arrivare dal cambiamento delle abitudini di consumo che sta interessando occasioni finora piuttosto marginali per il settore: pranzo e cena. «In linea generale assistiamo a un arricchimento dei pasti – sostiene Moreschi – che diventano sempre più compositi e che spesso comprendono anche l’appuntamento con il dolce. Al momento a beneficiare di questa tendenza sono stati dessert e bakery, ma in prospettiva, anche il gelato potrebbe approfittarne».
NON SOLO BAMBINI
Il gelato continua a ingolosire i più piccoli: quasi il 21 % delle consumazioni va infatti attribuito a clienti di età compresa tra gli zero e i 17 anni. Va detto però che sono le fasce di avventori più maturi a recitare la parte del leone: il 45,5% delle visite legate ai prodotti a base di ice cream si riferisce infatti a persone tra i 25 e i 49 anni. E a queste si deve aggiungere il 18% fatto registrare dagli over 50enni.
LA MERENDA RESTA LA REGINA
Il picco di massimo consumo di gelato lungo la giornata resta il pomeriggio, dove si concentra più del 55% delle consumazioni. Significativo è poi il blocco costituito da aperitivo, cena e dopocena, che complessivamente pesa per il 29%.
IL GUANTO DI SFIDA DELLE ALTERNATIVE LIGHT
Granite e sorbetti potrebbero guadagnare terreno a sfavore del gelato puntando su un maggiore presidio del canale delle gelaterie “pure” dove al momento pesano solo per il 2% delle visite legate ai prodotti a base di ice cream.
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