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27 Ottobre 2020Cinquecentoventinove milioni di euro: è questa la perdita attesa per il mondo della ristorazione (bar, ristoranti, gelaterie e pasticcerie) della provincia di Bergamo sommando il primo periodo di lockdown con le chiusure imposte dal Dpcm del 24 ottobre scorso.
Secondo i dati forniti da Fipe, le imprese costrette a chiudere alle ore 18 sulla nostra provincia sono 5.336 per un totale di 13.562 dipendenti (il 41% dei quali donne). La spesa sostenuta dalle famiglie bergamasche nel settore è stata nel 2019 di 1,6 miliardi di euro e la perdita stimata per il 2020 va dai 430 milioni di euro e i 529 milioni (da - 26,5% al – 32,6% in meno rispetto al 2019).
Il settore fa sentire la sua voce mercoledì 28 ottobre dalle 11,30 alle 12,30 sul Sentierone, partecipando alla manifestazione promossa da Fipe #siamoaterra.
“La situazione è gravissima per il settore dei pubblici esercizi e della ristorazione – afferma il direttore di Ascom Confcommercio Bergamo, Oscar Fusini -, per questo vogliamo aderire con forza alla manifestazione promossa da Fipe per ricordare il valore economico e sociale del settore e chiedere alla politica un aiuto per non morire. Sarà una protesta silenziosa, ma a volte il silenzio e la dignità che traspare dai volti e dai comportamenti delle persone fa più rumore di qualsiasi protesta violenta”.
Bergamo sarà una delle piazze scelte da Fipe insieme ad altre città: Alessandria, Ancona, Aosta, Bari, Bologna, Cagliari, Catanzaro, Firenze, Geneva, Mantova, Milano, Napoli, Perugia, Roma, Siracusa, Torino, Trento, Trieste, Venezia, Vercelli, Verona.
Obiettivo della manifestazione è ricordare i valori economici e sociali della categoria, che occupa oltre un milione e duecentomila addetti e chiedere alla politica di intervenire in maniera decisa e concreta per salvaguardare un tessuto di 340mila imprese che prima del Covid19, nel nostro paese generava un fatturato di oltre 90 miliardi di euro ogni anno.
Sul Sentierone, 50 imprenditori, vestiti di nero, staranno seduti per terra incrociando le gambe distanziati l’uno dall’altro di 1 metro. Per terra verranno apparecchiate delle tovaglie con piatti, posate e cristallerie messe a testa in giù. Non ci saranno slogan, urla, canti o bandiere, così come è nello stile di Ascom e di Fipe, ma si intonerà insieme solo l’inno nazionale di Mameli.
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A cura di Giovanni Angelucci
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