attualità
04 Settembre 2023
Sono stati gli scontrini folli gli indiscussi protagonisti dell'alta stagione estiva. Un susseguirsi di eventi strani ed eccessivi che, in particolare in alcune delle più iconiche mete turistiche d'Italia, hanno corso il rischio di ledere l'immagine generale del settore della ristorazione, che nel corso degli ultimi due anni ha dovuto fare i conti con un necessario aumento dei costi e conseguentemente dei listini, ma che però restano comunque al di sotto della dinamica inflattiva generale.
Se tra luglio 2021 e luglio 2023 l’inflazione media per l’intera economia è stata del 14%, nelle attività di ristorazione questo dato si è attestato infatti all’11%. Inoltre ad agosto, secondo le stime preliminari dell'Istat, la fase di rallentamento dell’inflazione segnalata anche a luglio prosegue ed è scesa al +5,5%.
Vero è, però, che ad agosto 2023 si stima un lieve calo del clima di fiducia dei consumatori (l’indice passa da 106,7 a 106,5). Più accentuata la diminuzione per l’indice composito del clima di fiducia delle imprese, che cala da 108,9 a 106,8. In discesa, inoltre, il Pil; in frenata dello 0,4% nel secondo trimestre dell'anno.
“Bar e ristoranti si chiamano pubblici esercizi e questo implica anche una missione imprenditoriale: quella del servizio come vocazione che è, e deve essere, un asse centrale dei valori della ristorazione. Anche se ritengo che le polemiche non intacchino la passione e la frequentazione degli italiani di bar e ristoranti, è indubbio che chi lede il principio di trasparenza danneggia l’immagine e il lavoro dell’intera categoria – ha dichiarato Lino Enrico Stoppani, Presidente di Fipe Confcommercio – D’altro canto, ciò non significa che il servizio non vada valorizzato e remunerato e lo stesso protrarsi delle polemiche sul tema è purtroppo indicatore di quanto sia scarsamente radicata la consapevolezza e la cultura del servizio nel nostro Paese. Dietro ogni richiesta ci sono persone che lavorano, stipendi da pagare, una macchina organizzativa complessa e costosa: il problema non sono i prezzi, ma la cura del rapporto con il cliente, che deve decidere in piena libertà se il servizio e il prodotto valgono il prezzo onestamente proposto. Come federazione lavoriamo per favorire e rafforzare il legame tra imprese e consumatori perché abbiamo dinanzi sfide impegnative che riguardano la tenuta dei consumi e del nostro modello di socialità”.
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