attualità
30 Agosto 2023
Gli scontrini folli. Sono loro gli assoluti protagonisti dell'estate 2023. In quanti, almeno una volta, si sono imbattuti in un post sui social media con clienti di bar, ristoranti o stabilimenti balneari che raccontano le loro disavventure estive per via di comportamenti commerciali poco corretti?
Proprio per questo, l’Unione nazionale consumatori, sulle pagine del Corriere della Sera con il suo presidente e avvocato Massimiliano Dona, ha spiegato come comportarsi di fronte ai rincari furbi o del tutto illegali che si stanno verificando soprattutto in questa estate profondamente segnata dall'inflazione.
“Quest’anno sono aumentate le rimostranze dei consumatori perché sono aumentate le furbate degli esercenti. Il tutto, secondo me, dovuto a una situazione generale di difficoltà — ha commentato Massimiliano Dona — Purtroppo vedo un clima di guerra tra gli ultimi anelli della catena: i ristoratori da un lato, che arrivano alla fine di una filiera piena di rincari, e i clienti dall’altro, che hanno meno soldi in tasca tra stipendi fermi e inflazione, e che dunque sono più attenti e vigili. Entrambi sono i soggetti che più subiscono l’attuale congiuntura economica”.
POS E FUORI MENÙ
Regola numero uno, ha ribadito Dona, è che per legge l’esercente non può negare l’uso del Pos. “Se accade, il cliente può chiamare la Guardia di Finanza o la polizia locale: c’è una sanzione di 30 euro più il 4 per cento della transazione negata. Chiaro che se succede in un locale in cui di solito il Pos funziona e quel giorno c’è un guasto il cliente può capire la situazione”. È ovviamente illegale anche addebitare al cliente una maggiorazione per il pagamento elettronico.
L'altro grande problema riguarda i prezzi, in special modo per i piatti fuori menù e presentati a voce: “Il cameriere dovrebbe dire il prezzo. Se non lo fa, il cliente lo chieda, così non avrà sorprese. Stessa cosa per il vino: meglio domandare sempre la carta. Si tenga presente che quando avviene l’ordinazione si stabilisce tra cliente e ristoratore un vero e proprio contratto, chiamato contratto atipico di ristorazione”, ha proseguito il presidente.
COPERTO E «STRANI» SUPPLEMENTI
Infine, un passaggio specifico su alcune stranezze dell'estate 2023. È legittimo addebitare due euro per un piatto vuoto utilizzato nella condivisione di una pietanza? “No, stoviglie, piatti e tovaglioli dovrebbero essere inclusi nel coperto — spiega Dona al Corriere — Arrivati alla cassa, il mio consiglio è controllare sempre lo scontrino. Se si trovano voci del genere ci si può rifiutare di pagarle”. Quanto al caso dei due euro di supplemento per tagliare a metà un toast o per il basilico sulla pizza, “dal punto di vista legale, se questi supplementi sono segnalati sul menu, sono legittimi perché il ristorante è un luogo privato in cui il ristoratore fa le sue politiche, l’importante è che il cliente sia informato. Se invece non sono segnalati da nessuna parte il cliente può rifiutarsi di pagare quelle voci”.
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