bar
16 Febbraio 2024L’idea ha preso graduale consistenza dopo lunghi incontri protratti fino a tardissima notte. Sembrava, all’inizio, tutto così difficile, impervio, burocratico, oneroso, ma in nessun momento la convinzione di dare vita a qualcosa di originale è venuta meno. Proprio quest’ultimo aspetto ha permesso di trasformare le idee in fatti. E così, dallo scorso 15 gennaio a Carmiano, piccola località nel leccese, è stato inaugurato Rebis Cocktail Lab. Un cocktail bar, ma non solo.
La nuova realtà imprenditoriale è al tempo stesso una distilleria, un laboratorio dove studiare materie prime e connubi tra ingredienti per il bere miscelato, nonché un luogo che funge da accademia di formazione professionale per il bartending e location per accogliere tour con degustazioni, masterclass e tavole rotonde a tema. Essere multitasking dunque. Gli artefici sono un trio composto da Valeria Greco, Gabriele Caroppo e Danilo De Rinaldis. I primi due sono produttori di spirits e hanno quindi messo a disposizione la location accogliendo di fatto il locale. Il terzo esponente della compagine è invece un affermato bartender leccese. Insieme hanno dunque radunato forze, investimenti economici, intuizioni imprenditoriali, expertise e tanta volontà di distinguersi sul mercato, creando un locale che si dipana su una superficie interna di 70 metri quadri, a cui se ne aggiungono altrettanti nel dehor.
Chiuso a pranzo, essendo il format sprovvisto di cucina, il locale apre le porte agli avventori dall’orario di aperitivo fino a tarda sera. La drink list proposta è scalfita da sei signature che vogliono trasmettere al palato sensazioni variegate e diverse tra loro, per accontentare le richieste dei clienti. A questi cocktail firmati De Rinaldis, si aggiungono i classici della miscelazione.
In generale, prevale l’utilizzo di ingredienti del territorio limitrofo. Il bitter e vermouth, per esempio, provengono rispettivamente da due produttori leccesi. Piccola nota curiosa: nei giorni scorsi il locale ha attirato l’attenzione mediatica per avere ideato ‘We Are Sinners’, cocktail che omaggia Jannik Sinner alla luce del suo trionfo all’Australian Open, preparato con liquore al caffè che, guarda caso, si chiama Black Sinner (prodotto dal flair bartender, oggi imprenditore, Bruno Vanzan, ndr), miscelato con gin dentro un tumbler contenente un mix ottenuto dalla ‘pestata’ di succo di lime, zenzero e sciroppo di cocco, e finalizzato con un garnish di black orange dato che l’arancio è il colore del campione altoatesino.
Tornando quindi a Rebis e alla sua proposta di drink, il legame con la terra di appartenenza dei tre soci prevede alcuni strappi alla regola, considerando che certi spirits non si possono originare in Italia, come il Bourbon o il Mezcal che quindi sono rappresentati da grandi marche. Insomma, l’offerta è variegata e si allinea all’idea di base di un cocktail bar moderno che sposa ricette personali a classiche. Ma questo nuovo spazio è, come detto, multifunzionale.
Oltre al bar, c’è una distilleria con tanto di alambicco posizionato tra una vetrata e il bancone centrale. Il pot-still è acceso e operativo al mattino, mentre nel pomeriggio spegne i motori, i fumi delle botaniche svaniscono, e il liquido distillato viene raccolto in flaconi per essere lavorato prima di essere consumato.
In questa prima fase, Rebis produce gin e anisetta, ma in futuro l’intenzione dei titolari è ampliare il portafoglio con amari, liquori e altri distillati. "L’alambicco è il fiore all’occhiello del nostro progetto – afferma Danilo De Rinaldis, contattato da Mixerplanet –. È il primo anello della filiera, la sua presenza cattura l’interesse dei clienti e per questa ragione programmiamo, un paio di volte alla settimana, dei tour che iniziano con la presentazione dell’alambicco in questione, spiegandone il funzionamento e come avviene il processo di distillazione. Dopodiché, la visita prosegue verso il banco dove mostriamo i vari utilizzi degli spirits nella mixability. Per i nostri avventori si tratta di un’esperienza ‘immersiva’, coinvolgendoli ‘sul campo’ durante un percorso completo che termina con la degustazione di un cocktail. Chi entra nel locale non è semplice spettatore, ma è coinvolto a 360º nel nostro mondo".
Filiera quindi corta. Dall’alambicco al bicchiere. Da qui dunque il nome del locale. "Nel processo alchimista, il Rebis alchemico deriva dal matrimonio tra mercurio e zolfo che insieme vanno a creare la quintessenza - spiega sempre il mixologist salentino –. Rappresenta quindi l’unione degli opposti. Nel nostro caso, questo concetto si esplica con le due realtà operative, ossia quella della distilleria e quella del cocktail bar".
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A cura di Maurizio Maestrelli
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