ristorante
15 Aprile 2024
Sostenibili a tavola? Un desiderio comune. Anche tra gli utenti di TheFork, l’app per la prenotazione che gestisce 20mila ristoranti in tutta Italia. Di questi, 1133 segnalano la proposta di piatti biologici, 2217 di opzioni vegane e 7999 vegetariane, per un totale di 11349 locali che, in qualche modo, “ci provano”.
E forse fanno bene: secondo il sondaggio di TheFork infatti il 61% (era il 56% lo scorso anno) predilige ristoranti che dimostrano scelte più responsabili nei confronti del Pianeta e il 56% quelli guidati da una maggiore attenzione verso la salute propria e della Terra. Percentuali che scendono, però, al momento di mettere mano al portafogli: non tutti sono disposti ad accettare prezzi maggiori, solo il 41,1% trova che il costo dei ristoranti sostenibili sia simile a quello dei ristoranti tradizionali e meno di un terzo (28,5%) accetta di pagare un conto più alto.
COSA SIGNIFICA SOSTENIBILE (PER IL CLIENTE)
Ci si avvicina al cibo sostenibile tra l’altro per motivi diversi. Il 36,6% lo fa per questioni di salute, il 32,8% vuole supportare i ristoranti attenti all’ambiente, il 21,1% afferma di voler contribuire a ridurre il proprio impatto ambientale.
Ma come si giudica un ristorante sostenibile? Il 56,5% va sul classico, citando l’utilizzo di ingredienti biologici, a Km 0 e di stagione. Solo il 6,4% cita i riconoscimenti che certificano l’impegno ambientale, come la Stella Verde Michelin. Non sfonda l’offerta della Doggy Bag per evitare lo spreco di cibo, ritenuta importante da un mero 4,6%.
Tra le altre caratteristiche, è interessante l’attenzione a che le porzioni siano congrue: né troppo piccole ma nemmeno eccessive. Valutati anche la riduzione degli sprechi all’interno della cucina, le attrezzature ad alta efficienza, il packaging riciclabile per asporto, le alternative plant based, la riduzione della carta e la formazione del personale.
IN FUTURO CARBON FOOTPRINT PER OGNI PIATTO?
E The Fork cosa ne pensa della sostenibilità? “Noi siamo una piattaforma che deve fare da medium tra domanda e offerta di ristorazione, il nostro ruolo minimo è verificare come cambiano i trend e le sensibilità – ci ha detto Carlo Carollo, country manager Italia -. Ciò non toglie che oltre a fare informazione cominceremo anche a esprimere un punto di vista sul fatto che sia assolutamente auspicabile una transazione gentile verso una ristorazione che abbia un’attenzione ai temi del carbon footprint, della sostenibilità delle filiere, temi che sono importanti per tutti noi e lo saranno sempre più.
Il sogno finale è di poter rendere noto il carbon footprint dei piatti che vengono offerti dai ristoranti sulla nostra piattaforma: ci cominceremo a lavorare, non abbiamo ancora un orizzonte temporale ma è un nuovo punto di approdo per noi”.
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