pubblici esercizi
07 Maggio 2021
La proposta del sottosegretario all’economia Claudio Durigon punta ad applicare alle imprese lo stesso trattamento che hanno già le persone fisiche
Adottare lo stesso criterio utilizzato per le persone fisiche anche per le aziende. È questo il principio alla base dell’ipotesi di allungare la riscossione delle imposte in rate da 6-10 anni.
Già oggi le persone fisiche possono disporre di un piano di pagamenti fino a 6 anni per chi ha redditi inferiori ai 100 milioni di euro. Da qui l’idea del sottosegretario all’economia Claudio Durigon (Lega) di applicare lo stesso meccanismo alle imprese che al momento, come previsto dal D. Sostegni, possono godere di una dilazione di due anni.
Si pensa dunque di aiutare le imprese più colpite, individuate sempre con il criterio della perdita di fatturato di almeno il 30%, lo stesso utilizzato per richiedere il contributo a fondo perduto.
Il nodo da sciogliere resta però sempre quello delle coperture, che come si è visto nelle ultime ore ha già fatto stralciare in Senato la cessione del credito d’imposta 4.0. Allungare le rate significa infatti dover intervenire finanziariamente per compensare la finanza pubblica. E l’ultimo scostamento di bilancio da 40 miliardi approvato in Parlamento in buona parte è già allocato: 5 miliardi per il fondo complementare al Pnrr, 14 miliardi per il fondo perduto del Sostegni bis, 3 miliardi per il salva-Alitalia e poi l’ultima grana (stimata in 3 miliardi), ovvero il rischio default di 800 Comuni, a seguito della sentenza 80/2021 della Consulta sul fondo anticipazioni.
In definitiva, l’idea di allungare la riscossione delle imposte in rate da 6-10 anni per aiutare le imprese in crisi è buona. Bisogna capire se è effettivamente praticabile.
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