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14 Aprile 2021Il mondo del catering, colpito anch'esso duramente dalla pandemia da Covid-19, è sceso in piazza, insieme a Fipe-Confcommercio, Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi, per far sentire la propria voce, in maniera pacata, civile ma ferma.
Una manifestazione nata con un solo obiettivo: chiedere alle Istituzioni un piano ben definito per una ripartenza quanto mai necessaria e, soprattutto, una data certa, a partire dalla quale si possa iniziare a pianificare il prossimo futuro.
“La nostra associazione ha partecipato con convinzione all’Assemblea straordinaria in piazza indetta ieri da Fipe-Confcommercio, e ha fatto parte della delegazione che a seguire ha incontrato il Ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, che ringraziamo per averci dato ascolto. - dichiara Paolo Capurro, Presidente di ANBC, Associazione Nazionale Banqueting e Catering - La richiesta è stata unanime e molto chiara. Occorre un piano d’azione concreto e organizzato per una ripartenza il più veloce possibile, così come occorre una data certa da cui farlo partire. Non è più possibile andare avanti nell’incertezza. Non mi stancherò mai di ripeterlo, le nostre aziende sono ferme da più di un anno e di ristori adeguati non si è vista nemmeno l’ombra.”
“Abbiamo parlato di futuro - conclude Capurro - quel futuro che le continue restrizioni ci stanno negando. Come abbiamo sempre dichiarato siamo disposti a metterci ancora una volta intorno a un tavolo insieme agli organi competenti per ragionare insieme su come intensificare i controlli sui protocolli di sicurezza da rispettare, proprio per non colpire indiscriminatamente una intera categoria, ma solo chi sbaglia. Altro capitolo importante riguarda le misure da mettere in campo per alleviare il peso dei costi fissi che gravano su di noi. Mi riferisco in particolare al necessario prolungamento del credito d’imposta sugli affitti per tutto il 2021, alla possibilità di estendere anche ai finanziamenti fino a 800mila euro l’ammortamento a 15 anni e 48 mesi come già fatto per i finanziamenti fino a 30mila euro, e in generale alla necessità di prevedere indennizzi finalmente adeguati alle perdite. Insomma, abbiamo bisogno di restituire dignità a un settore mortificato dalla pandemia e, troppo spesso, anche dalla scarsa attenzione delle Istituzioni. Per farlo è necessaria una cosa, tornare a lavorare, prima possibile e in totale sicurezza”
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