Taglio al costo del lavoro e stop all’Irap, mentre per l’IVA si pensa ad un restyling: questi i punti principali della riforma fiscale, ma con un occhio di riguardo alla tenuta dei conti pubblici.
La riforma fiscale diventerà legge delega entro il 30 luglio. Ad annunciarlo in audizione è stato lo stesso ministro dell’economia Daniele Franco.
Tra le novità: stop all’Irap, taglio del cuneo fiscale e (probabilmente) una razionalizzazione delle aliquote Irpef.
Sul cuneo fiscale (differenza tra costo del lavoro e percepito in busta paga) il ministro ha osservato che nel nostro Paese è particolarmente elevato e non favorisce l’occupazione il cui tasso in Italia è del 59% a fronte di un 76% delle Germania
Il faro sarà comunque quello dei conti pubblici da preservare, non bisogna dimenticare – specifica Franco – “che abbiamo 900 miliardi di spesa pubblica e un debito del 160%”. Quindi occorre muoversi con prudenza.
La preoccupazione del ministro risiede infatti nel fatto che, se venissero accolte tutte le proposte, i costi della manovra potrebbero superare i 40 miliardi (non dimentichiamo che ad oggi quelli disponibili sono 3).
Per questo bisognerà circoscrivere con il cesello ogni intervento.
Attenzione al cashback di stato, dunque, destinato a ripartire nel 2022 solo se la valutazione del rapporto costi- benefici sarà positiva e al superbonus: è ancora incerto se verrà riconfermato per il 2023.
E veniamo agli altri temi: niente patrimoniale nella legge delega “abbiamo già delle forme di tassazione che sono patrimoniali” – ha spiegato il ministro -; plausibile invece una riforma del catasto nel prossimo futuro.