pubblici esercizi
03 Agosto 2021D’accordo ma non troppo: benché sul green pass molti abbiano ancora qualche dubbio sale la percentuale di chi lo ha o ha iniziato l’iter per ottenerlo. Divisi gli animi anche tra i ristoratori. L’indagine SWG per Confesercenti.
Come dimostra la cronaca di questi giorni, l’opinione pubblica non è coesa su questo fronte, per usare un eufemismo. Eppure difficilmente si rinuncia.
E del fatto che l’onere del controllo spetti agli esercenti, cosa ne pensa l’opinione pubblica?
Anche perché gli esercenti temono che ogni errore possa tradursi, per loro, in multe salate e e sanzioni onerose.
Su questo punto gli imprenditori sono i più pessimisti: il 46% teme che l’introduzione dell’obbligo avrà un effetto negativo, con aumento dei costi a carico dell’impresa e riduzione dei fatturati; mentre solo il 29% spera in un effetto positivo. Una valutazione negativa dovuta anche al timore di non poter sostenere l’attività: il 54% delle imprese, infatti, dichiara di non avere spazi per il consumo all’esterno sufficienti a tenere in piedi l’impresa.
Più ottimisti, invece, i clienti: sebbene ci sia un 20% che sostiene che il green pass avrà un effetto negativo, il 37% ritiene che il certificato vaccinale non modificherà le sue abitudini di consumi, ed un ulteriore 35% dichiara anzi che la maggiore sicurezza offerta dal green pass lo porterà a mangiare più spesso nei pubblici esercizi.
“L’auspicio”, commenta Confesercenti, “è che l’obbligo di green pass sia efficace nell’accelerare il processo di vaccinazione. Come segnala il sondaggio, però, gli imprenditori temono difficoltà, soprattutto nella fase di controllo, che li trasforma di fatto in agenti di pubblica sicurezza: un ruolo che non spetta certo loro, un punto su cui sembrano concordare anche i clienti. Gli operatori del settore sono in prima linea per dare un contributo e sensibilizzare, ma il nuovo obbligo deve essere una responsabilità condivisa da tutti: meglio informare che sanzionare. Per questo sarebbe opportuno prevedere in avvio una fase sperimentale senza multe, come è stato fatto in Francia”.
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A cura di Giulia Di Camillo
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