pubblici esercizi
11 Maggio 2023
Il settore della ristorazione autostradale è ai limiti del tracollo: nonostante i volumi di traffico siano tornati ai livelli pre pandemici, gli incassi continuano a registrare il segno meno, al netto dell'inflazione paragonata al 2019, non riuscendo quindi a invertire la rotta della crisi economica in atto da almeno un triennio.
"Il nostro settore è al centro di una tempesta perfetta, col rischio di non sopravvivere alla prossima stagione estiva” commenta Cristian Biasoni, Presidente di Aigrim, l’Associazione che raggruppa le aziende di ristorazione a catena più importanti operanti nelle aree di servizio autostradali, negli aeroporti, nelle stazioni ferroviarie, nei centri urbani e nei centri commerciali.
"Ormai è più che necessario creare le condizioni per far crescere i volumi di un settore che impiega oltre 25 mila addetti e che oggi è sul punto del collasso. Si deve intervenire sulla struttura dei costi parametrando la durata delle concessioni agli investimenti, riducendo e rendendo totalmente variabili i canoni da versare ai concessionari autostradali e spostando a carico degli stessi alcuni costi, come quelli dei servizi di pubblica utilità (gestione bagni e aperture notturne), attualmente non più sostenibili dalle catene di ristorazione”.
In questo già difficile contesto, le disposizioni emanate da ART (Autorità Regolazione Trasporti – Delibera 1/2023) per l’assegnazione delle concessioni per la ristorazione autostradale, qualora adottate, rappresenterebbero un colpo ferale per il settore. Le disposizioni ART in particolare sono quelle che prevedono la presenza di almeno due operatori food per area di servizio, il ritorno dei punti di ristoro “sottopensilina” gestiti dai distributori di carburante e infine l’introduzione di un meccanismo di calmieramento dei prezzi, che limita fortemente la libertà di impresa degli operatori, senza tener conto complessivamente delle specificità peculiari del settore della ristorazione in concessione.
“Ben venga una maggiore concorrenza ma questa deve generare una migliore qualità del servizio ai clienti che con l’attuale struttura dei costi di un punto ristoro non è possibile con un solo gestore, figuriamoci con due all’interno della stessa area di servizio. Tali disposizioni produrrebbero riflessi irreparabili sul mercato della ristorazione autostradale e quindi paradossalmente anche sulla stessa utenza che si pretendeva di tutelare” conclude Biasoni.
Se l'articolo ti è piaciuto rimani in contatto con noi sui nostri canali social seguendoci su:
Oppure rimani sempre aggiornato sul mondo del fuori casa iscrivendoti alla nostra newsletter!
POTREBBERO INTERESSARTI ANCHE
15/12/2025
Cloud Dancer non solo è il Pantone del 2026, ma è anche il colore di Ginarte, etichetta che la distilleria romana Pallini propone per rendere speciali gli aperitivi e le serate delle prossime...
15/12/2025
Primo duty-free ibrido in Italia nel nuovo terminal partenze dell'aeroporto di Milano Bergamo per Avolta, che opera nel travel retail e food and beverage e di cui Autogrill è...
15/12/2025
Aicomlogic dà il via in Italia alla distribuzione in Italia di vorreimenu.it, la piattaforma “all-in-one” che ridefinisce il concetto di menù digitale, superando definitivamente il semplice QR...
15/12/2025
Traccia un bilancio del 2025 TheFork Manager, che nel corso dell’anno ha introdotto funzionalità pensate per offrire un’esperienza ancora più affidabile, mobile friendly e soprattutto...
I NOSTRI PORTALI
Quine srl
Direzione, amministrazione, redazione, pubblicità
Tel. +39 02 864105 | Fax +39 02 72016740 | P.I.: 13002100157
©2025 - Tutti i diritti riservati - Responsabile della protezione dati: dpo@lswr.it
Privacy Policy