pubblici esercizi
16 Luglio 2021
Dopo Pisa e Matera, la campagna #SicurezzaVera entra nel vivo anche a Latina.
La fase sperimentale, nel suo complesso, arriverà ad interessare 20 città entro il 2021, dopodiché il modello verrà esteso a tutti gli esercizi pubblici che rappresentano da sempre la più ampia rete di presidio territoriale di cultura, socialità e tradizione presenti in Italia: 1 esercizio pubblico ogni 250 abitanti, 1 bar ogni 400 abitanti.
Pubblici Esercizi, dunque, centrali sotto due aspetti principali. Da una parte perché riconosciuti come punto di riferimento e luogo sicuro; dall’altra perché la sicurezza verrà rafforzata all’interno degli stessi locali. La strategia? Creare, con il supporto della Polizia di Stato, un network permanente sulla cultura di genere.
“La grande presenza femminile nei Pubblici Esercizi riporta al tema della violenza nei luoghi di lavoro che riguarda principalmente loro, titolari e lavoratrici. Stiamo parlando di oltre 300.000 mila pubblici esercizi sul territorio italiano di cui circa il 40% a titolarità femminile - sottolinea Valentina Picca Bianchi, presidente del Gruppo Donne Imprenditrici di FIPE-Confcommercio.
Attraverso iniziative informative e formative. Grazie al lavoro realizzato in collaborazione con la Polizia di Stato - ha continuato - metteremo i pubblici esercizi nelle condizioni di riconoscere l’emergenza e il suo livello di gravità, così da contattare il numero territoriale per attivare l’intervento delle forze dell’ordine”.
“Per noi della Polizia – spiega il questore Michele Maria Spina - il tema fondamentale è la prevenzione. In questo contesto dal mese di gennaio 2017, su impulso della Direzione centrale anticrimine, è stato adottato in tutta Italia il protocollo EVA, nome che ricorda la prima donna secondo la Bibbia e che, in realtà, è l'acronimo di Esame Violenze Agite. Il protocollo ha codificato in linee guida le Best Practice per la gestione degli interventi legati alla violenza di genere in caso di primo intervento degli addetti al controllo del territorio. Questo attraverso la compilazione sistematica della checklist, che permette di fotografare l’intervento degli operatori da ogni punto di vista ed inserire tutte le informazioni raccolte in un apposito archivio della banca dati interforze chiamato Scudo. Dall’archivio, la sala operativa può trarre informazioni essenziali quando invia la volante sul posto: chi ha richiesto l’intervento, eventuale presenza di armi censite all’interno dell’abitazione, precedenti di polizia a carico delle persone coinvolte. Dati utili per tutelare al meglio sia la vittima che gli operatori.
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