bevande
28 Agosto 2015
Giacomo Leopardi affermava senza indugio che “Il vino è il più certo, e (senza paragone) il più efficace consolatore”, riferendosi alla capacità del nettare di Bacco di lenire le pene, di aumentare coraggio e baldanza, anche in campo amoroso. Riflessione, questa, che il celebre poeta recanatese faceva in riferimento alla sua terra d’origine, la Regione Marche e alla sua grande vocazione vinicola, espressa soprattutto dai vini bianchi. Un patrimonio qualitativo e una grande varietà su scala locale conosciuti e apprezzati fin dall’antichità: Polibio, storico di origine greca che visse a Roma, nei suoi resoconti di guerra nel 168 a.C. riporta che alcune truppe in viaggio per le guerre puniche si rinfrancarono con del buon “vino dei Piceni” mentre molto più tardi, durante il crepuscolo dell’Impero Romano, anche Alarico, re dei Visigoti, prima di assediare la Città Eterna nel 410 d.C. caricò 40 muli con barili di vino.
Oggi questa storia millenaria è capitalizzata dai tanti produttori vinicoli marchigiani, capaci di valorizzare le specificità su base locale, in un mosaico di areali, stili e differenti approcci alla produzione che stanno alla base della ricchezza di questi bianchi. A livello mainstream è il Verdicchio a capitalizzare l’attenzione. Vitigno autoctono molto versatile capace di produrre bianchi freschi e giovani, oppure adatti all’invecchiamento, anche in legno, con struttura e corpo significativi, infine spumanti e passiti. Vinificato spesso in purezza, il Verdicchio è capace oggi di esprimere tutto il suo potenziale in termini di varietà ed espressione del territorio, anche grazie a una nuova generazione di produttori che ha saputo trasferire il bagaglio culturale di una lunga storia vinicola nel terzo millennio, innestandola con le tendenze più moderne.
Dietro la bandiera, seguono produzioni più defilate ma non per questo meno interessanti: vitigni oggi al centro di una robusta opera di incremento qualitativo come il Pecorino o la Passerina o il Bianchello del Metauro. Testimonianze viventi di una cultura millenaria, capaci di sorprendere ed emozionare oggi come allora.
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