12 Gennaio 2015

Granarolo S.p.A. presenta le strategie di crescita ed internazionalizzazione del Gruppo. E lo fa in un contesto molto speciale: l’inaugurazione del nuovo polo produttivo presso il caseificio di Bologna avvenuta alla presenza del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, del Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Maurizio Martina e di molte istituzioni nazionali e locali.
«Abbiamo avviato il processo di internazionalizzazione del Gruppo due anni fa, a seguito del morso stringente della crisi e della significativa riduzione dei volumi di latte consumato»– ha dichiarato il presidente di Granarolo Gianpiero Calzolari.
«Nel giro di due anni Granarolo – ha continuato Calzolari – è passata dal 4% di export al 16%. Oggi è presente tramite la holding Granarolo International in Francia con due stabilimenti produttivi, in Spagna con una commerciale, in UK con una società commerciale, così come in Cina. Nel corso del 2014 il Gruppo ha partecipato a 8 tra le maggiori fiere mondiali specializzate (Singapore, Johannesburg, San Paolo, New York, UK, Melbourne, Parigi, Pechino).
Chiuderemo questo anno superando il miliardo di euro di fatturato ma, per competere con i player internazionali, dobbiamo crescere ancora: dovremmo raggiungere nel 2016 un fatturato di circa 1, 5 miliardi di euro».
Le anticipazioni
«In questa occasione – ha aggiunto il presidente di Granarolo Gianpiero Calzolari – sono lieto di comunicare due importanti operazioni tese a raggiungere questo obiettivo.
La prima riguarda l’importante accordo con Gennari S.p.A., società parmense con una lunga tradizione nella produzione di parmigiano reggiano, grano padano e prosciutto crudo di Parma che apporterà a regime un fatturato aggiuntivo di circa 42 milioni di euro. Con la famiglia Gennari lavoreremo per portare queste eccellenze all’estero.
La seconda, invece, è relativa alla creazione di Granarolo Cile S.p.A. controllata da Granarolo International e prima piattaforma per approcciare il mercato sud americano. Granarolo Cile acquisirà il 90% della Bioleche Lacteos, storica cooperativa cilena di 300 allevatori con uno stabilimento di produzione di formaggio e un marchio ben posizionato sul mercato. L’operazione, finalizzata questa settimana, consentirà a Granarolo di raggiungere a regime, entro 4/5 anni, 27 milioni di euro di fatturato attraverso la vendita di formaggi cileni e di prodotti importati dall’Italia.
Le richieste al Governo
Su questo punto Calzolari ha le idee chiare: in primo luogo la giusta considerazione dell’importanza strategica dell’agroalimentare per il nostro Paese. Ciò significa passare da politiche di sostegno dello status quo del comparto agricolo a politiche di profonda trasformazione, anche e prima di tutto, del comparto primario.
E poi è fondamentale un provvedimento sull’etichettatura di origine a tutela del consumatore.
Non basta: è imprescindibile pure il rispetto delle regole. E qui il pensiero corre all’art. 62 e alla sua applicazione- « Noi –recrimina Calzolari -lo stiamo applicando a monte, paghiamo il latte a trenta giorni, ma a valle alcune catene di distribuzione allungano le scadenze a propria discrezione».
Altra criticità su cui occorrerebbe una revisione è la norma che introduce il reverse charge alle vendite verso la GDO. Una norma fortemente penalizzante per le imprese che vendono prodotti alimentari. «Non dimentichiamoci - sottolinea Calzolari -che oggi un gruppo come il nostro è creditore verso lo stato di 50 milioni di Euro di IVA (e siamo arrivati anche a 90) e che mentre in Europa le imprese incassano entro il mese qui scontiamo 250 giorni medi».
Ma non finisce qui: servirebbero pure una semplificazione burocratico-amministrativa, un sostegno all’apertura dei nuovi mercati, politiche di sostegno alle integrazioni cooperative. In sintesi: la possibilità di fare impresa in un Paese che funziona.
I progetti per il 2015
Granarolo ha programmato di partecipare a 11 fiere nel mondo.
Sono poi aperti sul tavolo alcuni dossier:
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