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13 Aprile 2017
Mentre si avvicina il debutto di Starbucks in Italia (la prima caffetteria, in piazza Cordusio a Milano, dovrebbe aprire nell'estate 2018, seguita a ruota da altre 4 o 5 fra il capoluogo lombardo e Roma), il colosso statunitense si trova a fronteggiare un momento di grave crisi in uno dei Paesi in cui è storicamente più radicato: la filiale britannica ha riportato infatti, nell'anno fiscale chiuso il 2 ottobre 2016, un calo degli utili ante imposte di ben il 60%, a 13,4 milioni di sterline contro i 34,2 milioni del precedente esercizio, mentre il fatturato è passato da 405,6 a poco meno di 380 milioni di sterline.
Le motivazioni, secondo il gruppo, vanno ricercate in una serie di fattori, fra cui la Brexit e il calo di frequentatori delle tradizionali strade dello shopping, in cui sono per lo più collocate le caffetterie Starbucks. In una nota la società afferma di avere subito quest'anno "forti venti contrari in ambito economico e politico" in Uk, che hanno pesato sul giro d'affari. In particolare, Starbucks punta il dito contro il rallentamento della crescita economica e l'impatto della Brexit, fra i fattori che hanno pesato sulla fiducia dei consumatori. Risultato: le vendite nei punti vendita aperti da più di un anno sono calate mediamente dell'1% rispetto al precedente anno fiscale.
La multinazionale americana diventò nel 2012 il simbolo dell'elusione fiscale nel Regno Unito, quando emersero i dati sulle imposte pagate nel Paese: le polemiche che ne scaturirono portarono la società a sottoscrivere un accordo con l'HMRC (l'ufficio delle imposte britannico) con cui rinunciò alle detrazioni fiscali e si impegnò a versare un contributo volontario di 20 milioni di sterline nel'arco di due anni. Con il calo della profittabilità registrato nel 2016, l'ammontare le imposte che Starbuck dovrà pagare in Gran Bretagna per l'ultimo esercizio fiscale crolla a 2,7 milioni di sterline, dai 7 milioni dell'anno precedente.
Come se non bastasse, la batosta derivante da Brexit e crisi economica arriva proprio mentre Starbucks è impegnata in un complesso processo di ristrutturazione della sua rete di caffetterie in Uk, dove nell'ultimo decennio il gruppo ha subito la crescente concorrenza della catena britannica Costa Coffee, cresciuta rapidamente fino a conquistare la leadership del mercato. Oltre a rinegoziare gli affitti e a chiudere diverse cafetterie non profittevoli, Starbucks Uk sta progressivamente spostando il proprio business da un modello basato sui punti vendita di proprietà a uno incentrato soprattutto sul franchising: attualmente poco più di un terzo dei punti vendita nel Paese sono gestiti direttamente dalla compagnia. Martin Brok, presidente di Starbucks EMEA, sottolinea comunque che la Gran Bretagna resta il principale mercato europeo per il gruppo: "Continueremo a crescere là dove i nostri clienti vogliono trovarci", ha aggiunto.
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