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10 Giugno 2025Sul tetto di Milano, la finale più intensa dell’anno incorona l’eleganza e il pensiero liquido del bartender bergamasco. Racconti, sapori e visioni: la mixology italiana ha un nuovo ambasciatore.
Milano, Torre Velasca. Il cielo è terso e l’aria sospesa, come prima di un brindisi. A 80 metri d’altezza, nel cuore della città che ha fatto della modernità il suo emblema, la finale dell’undicesima Campari Bartender Competition si consuma come uno spettacolo denso di emozione, tecnica e visione. Un talent show liquido, con tanto di televoto live e un Carlo Carnevale in splendida forma alla conduzione.
A trionfare è Marco Masiero, bartender del Lubna Milano, che con il suo Americano Cosmopolita conquista una giuria d’élite e diventa il nuovo Campari Bartender of the Year. Accanto a lui, due talenti altrettanto vibranti: Luca Salvioli del MUSA Lago di Como, che si aggiudica il premio del pubblico Fans Favourite, e Alessio Megna di Freni e Frizioni a Roma, la voce di chi ha creduto per tre anni in un sogno rosso e oggi ha potuto raccontarlo con tutto sé stesso.c
UN VIAGGIO LUNGO OTTO MESI
Ottocento candidati, un solo vincitore. Un percorso iniziato a febbraio, tra selezioni online, live audition e visite behind the bar per valutare tecnica, ospitalità e capacità di improvvisazione. Dopo le semifinali al Camparino in Galleria, dieci i finalisti. Tre i nomi saliti sulla Torre Velasca. E lì, dove Milano sfiora il cielo, la sfida si è fatta rituale, nella cornice spettacolare di “The Red View – Unveiling Passion”, un’installazione diffusa – firmata Eligo Studio – che ha trasformato Torre e Piazza Velasca in un palcoscenico urbano per celebrare il legame di Campari con la città. In questo scenario, ogni cocktail è diventato parte del paesaggio, ogni gesto sul banco un atto teatrale.
Due le prove affrontate dai tre finalisti: la prima, una presentazione tecnica e narrativa del proprio signature cocktail; la seconda, una degustazione pubblica aperta a oltre cento ospiti selezionati. La giuria? Un pantheon di maestri: Monica Berg (Tayēr+Elementary Londra, direttrice creativa Campari Academy), Salvatore “The Maestro” Calabrese (Velvet at Corinthia, Donovan Bar Londra), Alex Frezza (L’Antiquario Napoli), Daniele Dalla Pola e Bruno Malavasi (Campari Group) per la degustazione, Nicola Scarnera (Campari Academy Manager) e Dario Cuccurullo (Senior Channel & Customer Marketing Director Campari Italy) per la comunicazione, Samuele Ambrosi (Cloakroom, CloakLab, BossHogg Treviso) per la tecnica.
MARCO MASIERO: UN AMERICANO IN METROPOLITANA
Il suo Americano Cosmopolita è molto più di un cocktail: è un treno in corsa sulla linea rossa della metropolitana milanese, un manifesto liquido di memoria, incontri e futuro. Nel bicchiere, Campari si fonde con Vermouth Bottega, Cynar e una soda aromatizzata alle erbe. La tecnica è essenziale, la narrazione stratificata, il risultato di rara eleganza. Un cocktail che parla di città e radici, di destini che si sfiorano senza conoscersi.
Masiero si ispira a Bruno Munari e alla celebre Declinazione grafica del nome Campari, manifesto progettato nel 1964 per accompagnare l’inaugurazione della linea M1 della metropolitana di Milano. Un’opera pensata per essere letta in movimento, frammentata dalla corsa dei vagoni e dalla presenza dei passeggeri. “Non perde la sua efficacia di informazione — scriveva Munari — anche se è intravisto parzialmente, anche se gruppi di persone lo coprono parzialmente, anche se visto di corsa dalla vettura del metrò.”
Così è anche il drink di Masiero: una comunicazione istintiva e potente, che arriva anche solo con un sorso, o con uno sguardo fugace attraverso il vetro.
LUCA SALVIOLI: UN BRINDISI TRA TE' NERO E LAMPONI
È il più teatrale sul palco, Luca, e il suo Sipario Rosso ne è il riflesso. Costruito con Campari, Vermouth Rosso Del Professore e un cordiale di tè nero e lamponi, il cocktail evoca sipari chiusi e note sceniche: il tè riporta alla ritualità classica, i lamponi danno la stoccata acida che spezza il ritmo. Un cocktail-spettacolo, che celebra il momento condiviso. La sua energia conquista il pubblico, e non a caso si aggiudica il premio Fans Favourite.
ALESSIO MEGNA: LA TRIENNALE E UN GIARDINO D'ESTATE
Il più emozionato, ma anche il più umano. Alessio, originario di Bagheria, porta sul palco una storia fatta di tentativi, cadute e ritorni. Il suo drink, un Camparitivo ispirato ai giardini della Triennale di Milano, si chiama Biennale Mix: liquore all’arancia rossa, mango, passion fruit, un tocco di basilico fresco e tonic water per evocare la firma gustativa di Campari. Lo stile è spontaneo, il servizio semplice, quasi casalingo. Ma la sensibilità con cui costruisce il racconto lo rende un momento di verità nel flusso della gara.
UN TITOLO, UNA RESPONSABILITA'
Marco Masiero, 33 anni, originario di Bergamo, raccoglie il testimone da Alessandro D’Alessio del Rita Tiki’s Room (leggi qui).. Ora rappresenterà la Campari Academy per un anno, tra masterclass, guest night ed eventi esclusivi. Ma più ancora, porterà in scena i valori fondanti del brand: stile, eleganza, identità e visione.
Il suo trionfo non è solo il frutto di un cocktail ben fatto, ma della capacità di raccontare il mondo attraverso un bicchiere, con un linguaggio che è insieme tecnico, evocativo e umano. Masiero non ha solo vinto: ha convinto. E da oggi, a portare la bandiera Campari, c’è un uomo che ha imparato a trasformare la metropolitana in un manifesto, e il bar in una stazione di passaggio per emozioni che restano.
Prossima fermata: Campari Bartender Competition 2026. Ma intanto, godiamoci il viaggio.
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