fiere
28 Novembre 2022Sì, perché non c’è dubbio: in pochi conoscono come Sebastian Bernardez segreti, aneddoti e retroscena della Milano da bere degli ultimi 30 anni. Oltretutto, il suo è uno sguardo fuori dal coro. Arrivato nel capoluogo lombardo a inizio Anni '90 giovane e pieno di speranze, forza e volontà ma senza reti, nel tempo è diventato uno degli imprenditori di maggior successo della movida meneghina.
“Mi sono costruito da solo. E, a essere sincero, per molto tempo ho affrontato il mondo del lavoro con leggerezza e incoscienza. Sarà stato per carattere o per l’età, non lo so. Sta di fatto che all'inizio ho fatto i lavori più disparati, dall'imbianchino al pony express. E per diverso tempo mi sono dovuto adattare a condividere l'appartamento con altre persone e a stare attento ad ogni singola spesa. Senza scordare la fase della mia vita in cui la mia casa era una roulotte.
La svolta professionale? Il mio ingresso nel mondo dei bar. La mia prima esperienza è stata al bar tabacchi “Valerio” in via Cesare Correnti, a due passi dal Duomo, ai tempi affacciato sulla discoteca più cool dell’epoca, il “El Sabor Tropical”. Poi sono passato alle discoteche latino-americane. E così ho trovato modo di realizzarmi prima come bartender e poi, dal 1995, come imprenditore”, racconta Bernardez.
LA SERATA
La serata chiude il calendario 2022 della prima parte delle Flores Classic Drink Night. One Night pensate per diffondere la conoscenza dei cocktail classici e della loro rivisitazione nel rispetto delle ricette originali. E non ultimo del bere consapevole e responsabile. Tutte iniziative appartenenti a un ambizioso progetto che si pone l'obiettivo di divulgare la cultura del bere miscelato e di accreditare Flores Cócteles come un hub della mixology in Italia e nel mondo.
"Il mondo degli spiriti è cambiato profondamente nell'ultimo secolo. In generale, oggi abbiamo a disposizione ingredienti di maggior qualità rispetto al passato. Del resto, nel corso del tempo, le ricette di liquori e distillati sono state modificate per venire incontro al gusto dei clienti, in continua evoluzione. E poi, nell'ultimo ventennio in particolare, si sono moltiplicati prodotti e referenze. Ormai sul mercato troviamo di tutto, il che permette ai bartender di dare massimo sfogo alla propria creatività", spiega Sebastian Bernardez.
"Sia chiaro, in ogni campo sperimentazione e innovazione sono alla base dell'evoluzione e quindi essenziali. E a noi piace molto la creatività. Detto questo, prima di dedicarsi alla cucina molecolare, Ferran Adrià aveva appreso come fare un brodo perfetto.
La verità? La creatività senza conoscenza serve a poco. Anzi. Troppo spesso, ultimamente, i bartender firmano lunghe cocktail list di signature senza però padroneggiare perfettamente le ricette che hanno fatto la storia.
Non stupisce che di frequente i drink siano poco equilibrati o comunque non memorabili. Senza basi non si può sperimentare con successo. Tra l’altro, non di rado, i signature in carta non tengono conto dei gusti dei clienti. Sono autocelebrazioni, miscele pensate per stupire e fare parlare di sé più che per soddisfare gli avventori. Ed è un errore. Chi si occupa di ospitalità ha una mission primaria, ovvero prevedere e appagare i desideri degli ospiti. Che oggi hanno sete di conoscere i grandi classici che hanno fatto la storia” conclude Bernardez.
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