fiere
24 Gennaio 2014
Le stime oggi parlano di 20 milioni i visitatori: tanti i turisti attesi dal 1° maggio al 31 ottobre 2015 sul sito espositivo di Expo Milano 2015. E di questi, circa un terzo saranno stranieri.
È naturale che un flusso di visitatori così ingente apporterà benefici e vantaggi a tutto il sistema turistico italiano e della Lombardia in particolare.
Le aspettative riposte in Expo 2015
Per il settore turistico milanese ci sia spetta una crescita di fatturato pari al 10% e la creazione di 84mila unità di lavoro per l’intero sistema Paese.
E inoltre, un dato è sempre più chiaro: non solo è sempre più spiccata la presenza degli stranieri, ma si assiste pure ad una maggiore apertura verso il settore culturale.
Mentre fino a qualche anno fa il turismo era essenzialmente legato al mondo degli affari. Infatti quest’anno il turismo legato alla cultura (musei, concerti, ecc.) come importanza per gli operatori ha raggiunto quota 10,9%, affiancando il turismo d’affari, e superando quello legato allo shopping che ha toccato la soglia del 6,6%.
Mentre per circa un’ impresa milanese del settore turistico su dieci la presenza degli stranieri pesa sul fatturato oltre il 50%.
L’identikit del comparto
Per dare un volto e un’identità al comparto turistico lombardo, che di Expo Milano 2015 sarà uno dei principali “ricettori”, la Camera di Commercio di Milano (su dati Infocamere 2013) ha provveduto a stilare una sorta di censimento da cui emerge che oggi le imprese attive nel turismo sono 55 mila per un totale di 250 mila addetti e 21 milioni di turisti stranieri (su un totale italiano di 97) di cui 7 milioni a Milano, 5 a Varese, 4 a Como, 2 a Brescia. Grazie al volano di Expo in Lombardia le imprese sono cresciute dell’1,7% (1,6% a livello nazionale), con un picco del 3,3% a Milano dove hanno superato le 18 mila unità. Una crescita trainata soprattutto dal settore dell’alloggio (+5,1%) e dalla ristorazione (+3,5%). Anche sotto il profilo dell’occupazione il settore turismo ha registrato a Milano una crescita dell’1,3% (pari, cioè, a +1.600 posti di lavoro), un dato migliore rispetto al dato lombardo (-0,5%).
Ad aumentare sono soprattutto gli stranieri (+13,2%) e i giovani (+3,5%). Numeri importanti che, per dimensione imprenditoriale in Italia, collocano il settore turistico milanese al secondo posto, dietro a Roma.
Settori in cui intervenire
Ma come viene giudicato il sistema turistico dell’area milanese, dagli operatori del settore? E quali interventi -secondo loro - sarebbe giusto apportare per renderlo all’altezza del flusso turistico che si riverserà nel capoluogo lombardo durante i sei mesi dell’Esposizione Universale?
In generale (stando all’indagine della Camera di Commercio) gli addetti al settore promuovono il comparto con un 7 pieno.
I punti di forza per il turismo sono: i monumenti (29,9%), i collegamenti (22,3%), lo shopping (21,1%) e l’offerta culturale (18,2%). È il Duomo, ovviamente, il luogo di attrazione principale (39%), seguito dal castello Sforzesco (26,6%), dal Cenacolo di Leonardo Santa Maria delle Grazie (12,4%), dalla Galleria Vittorio Emanuele (11,3%) e dal Teatro alla Scala (5,5%).
Quanto alle iniziative strategiche volte a ottimizzare i flussi turistici, le imprese suggeriscono di potenziare i mezzi pubblici che collegano Milano con le aree turistiche limitrofe (43%); di migliorare l’offerta di servizi informativi tradizionali (17%); di ampliare gli orari di apertura dei monumenti (16%) e di curare di più l’offerta di servizi igienici pubblici (14%).Si tratta di ipotesi di lavoro nate in un’area ben precisa come quella milanese, ma è evidente come molte di queste proposte – nella prospettiva di una risonanza nazionale dell’”effetto Expo”- possano essere declinate in maniera molto simile su tutto il territorio nazionale, ricco di bellezze naturalistiche e storico-artistiche. E di carenze strutturali, ahimè, capillarmente diffuse.
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