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15 Maggio 2020“Il Dl Rilancio approvato dal governo è sicuramente una salutare boccata d’ossigeno per il settore dei pubblici esercizi, anche se resta necessario e urgente fare di più. Il provvedimento recepisce alcune delle richieste avanzate dalla Federazione: dalla soppressione delle clausole di salvaguardia in materia di conti pubblici, alla previsione dei contributi a fondo perduto a titolo di ristoro delle cadute di fatturato, l’estensione a tre mensilità e la cedibilità del credito d’imposta per locazioni commerciali ed affitti d’azienda, l’abbuono del primo versamento Irap, l’ulteriore proroga a settembre per i versamenti dei tributi e dei contributi sospesi per aprile e maggio, il rafforzamento fino ad ulteriori 9 settimane degli strumenti di cassa integrazione. È un buon inizio, cui deve però far seguito un maggiore coraggio sul fronte dei contributi a fondo perduto, dove il meccanismo di percentualizzazione per classi di ricavi rischia di generare effetti davvero modesti, soprattutto per le imprese più piccole”.
Così Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe – Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi, commenta il decreto rilancio approvato dal governo. “A questo punto – aggiunge il presidente – ci auguriamo che il Parlamento lavori velocemente, migliorando dove necessario il provvedimento, e lo converta in legge al più presto”.
“Ciò che ci preoccupa di più in questa fase – conclude Stoppani – è il Protocollo di Sicurezza per il settore, sul quale le linee guida proposte dall’Inail sono insostenibili dal punto di vista economico e organizzativo. Ci auguriamo che il Governo dimostri buon senso e praticità, identificando regole sostenibili per riaprire in sicurezza, superando l’ipotesi di distanziamento incomprensibile, che prevede ben 4 metri quadri a commensale. Con l’annunciata prospettiva di riapertura per lunedì 18 ad oggi mancano ancora le regole. Per questo, ci sono regioni come l’Emilia Romagna o le Marche che hanno deciso in autonomia regole sostenibili, anche per assicurare un quadro di riferimento operativo. È una dimostrazione di fiducia e di responsabilizzazione sia dei ristoratori che dei cittadini, che ci sentiamo di condividere e che, ci auguriamo, diventi modello per tutta Italia”.
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