Valentina Vezzali: 6 ori olimpici, 11 Coppe del Mondo e una quantità d’altri titoli, con Rio 2016 nel mirino: è la più grande schermitrice di tutti i tempi, ha ancora fame di vittorie.

Solo 41 anni, e sei già un monumento...

I sacrifici e la passione che ho messo nello sport, dei quali ho fatto una filosofia di vita, spero possano servire d’esempio alle nuove leve.

[caption id="attachment_81770" align="alignleft" width="150"] VALENTINA VEZZALI
FOTO DI AUGUSTO BIZZI[/caption]

Cos’ha la scherma che la rende unica?

È lealtà e rispetto, ha radici nobili ed è fondata su alti valori umani e sportivi. Tutte pratiche che servono nella vita. 

Se non avessi fatto scherma?

Impugno il fioretto dall’età di 6 anni e non ho ancora smesso, ma da piccola mi sarebbe piaciuto fare danza.

Qual è l’avversaria più tosta, e quella con cui sei rimasta in migliori rapporti?

In entrambi i casi, senz’altro io.

Schermitrice, ballerina, deputata... Ti vedi a presentare un programma in tv?

Schermitrice e deputata si, ballerina non direi proprio: Ballando con le Stelle è stata un’esperienza bellissima, ma ho faticato di più a eseguire bene un tango o un valzer che a vincere i miei ori da fiorettista. Mi piacerebbe poter presentare un programma sportivo, o per bambini.

In occasione delle competizioni, osservi una dieta particolare?

Per giungere ad ogni gara in perfetta forma fisica e mentale seguo sempre un’alimentazione sana ed equilibrata. Con pause extra-agonistiche che mi permettono di ‘sgarrare’ un po’.

Come te la cavi ai fornelli?

Per fortuna ho una madre che potrebbe vincere le Olimpiadi di cucina. A me il fioretto, a lei il forchettone.

Cosa ti piace mangiare, e cosa bere?

Quel che mi viene proposto, segno (credo) che sono una persona semplice e genuina. Amo le lasagne bianche di mia madre: peccato non possa abusarne. E in compagnia, mi concedo un buon bicchiere di vino.

C’è qualche ‘posticino’ dove ti rechi volentieri?

A Jesi, lo 0731, il ristorante-pizzeria di mio marito Mimmo. È anche un modo per stare un po’ insieme; e quand’è pieno di gente non mi tiro indietro a servire ai tavoli.