bevande
20 Gennaio 2022
Gli italiani scoprono i pagamenti digitali e il mondo della ristorazione lavora per migliorare i servizi e minimizzare oneri e costi. Il tutto però, con velocità differenti, perché se è vero che gli italiani rimangono tra i peggiori pagatori digitali d’Europa, i ristoranti e i bar scontano una carenza infrastrutturale che, anche a causa del crollo dei fatturati dovuto alla pandemia e alle conseguenti misure restrittive, è ancora in parte da sanare. Sono ancora tante le imprese non attrezzate per gestire i pagamenti elettronici, anche se durante la pandemia è stato fatto un significativo passo in avanti sia per gestire le vendite on line (delivery) che i pagamenti on site. Fatto è, però, che l’accelerazione dei pagamenti digitali in Italia rimane un’acquisizione recente.
Il contante in Italia è lo strumento di pagamento maggiormente utilizzato e negli ultimi anni ha sempre avuto una quota importante dei consumi degli italiani; per questa ragione, il nostro Paese si trova al venticinquesimo posto per numero di transazioni pro-capite con carta. Ma ora che sono stati compiuti i primi passi nessuno vuole più tornare indietro.
Nel 2020 gli italiani hanno effettuato 3,7 miliardi di transazioni digitali, tra carte di credito e debito, per una spesa totale di 210 miliardi. Senza dimenticare che negli ultimi dieci anni il numero di Pos in circolazione è cresciuto del +139%, arrivando a 3,6 milioni di apparecchi installati, mentre tra carte di credito e debito in mano agli italiani ci sono 75 milioni di strumenti di pagamento.
Nel primo semestre 2021 si è registrata una crescita del 23% nel transato dei pagamenti digitali (pagamenti innovativi + pagamenti con carta). Rispetto al 2019 la crescita è stata del 15%. I prelievi di contante calano del 3% in termini di operazioni e del 6% in termini di euro prelevati.
Di fronte a tutto questo, il mondo della ristorazione è chiamato ad accelerare perché il digitale anche nei pagamenti è oramai un trend inarrestabile. Occorrono però Pos evoluti e sistemi di cassa integrati, perché i pagamenti, soprattutto per consumi veloci e di piccolo importo, devono essere veloci. Da qui la necessità di rafforzare gli incentivi per la digitalizzazione e per contenere i costi delle commissioni.
Un primo step è già stato fatto durante il lockdown, quando numerosi esercizi commerciali hanno dovuto adottare sistemi per la gestione delle vendite online così da sfruttare l’unico canale di vendita disponibile: il delivery. Ma esiste un margine di crescita anche per quanto riguarda i pagamenti on site. La necessità numero uno è quella di aggiornare i software di cassa per fare in modo che dialoghino in maniera semplice e immediata con i sistemi di pagamento digitale. Occorre poi intervenire sui sistemi di archiviazione e condivisione delle fatture elettroniche, strumento sempre più richiesto (tanto che c’è già chi propone lo scontrino digitale al posto della vecchia ricevuta d’acquisto cartacea.) Infine, è fondamentale una riduzione degli oneri a carico degli esercenti così da favorire ulteriormente l’adozione di soluzioni smart.
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