pubblici esercizi
01 Dicembre 2022
Un allarme che parte da un dato che fotografa l’incidenza drammatica che le bollette monstre avranno nel 2022 sui 300mila pubblici esercizi del Paese. Secondo un’analisi dell’Ufficio Studi di Fipe-Confcommercio, infatti, quest’anno bar e ristoranti spenderanno circa 9 miliardi di euro per il pagamento delle bollette, 6 miliardi di euro in più rispetto al 2021. In pratica, mediamente ciascun bar sarà costretto a far fronte a una spesa di 16mila euro per luce e gas a fronte dei 5,5mila euro di un anno fa. Discorso analogo per i ristoranti che in media spenderanno 34mila euro, rispetto agli 11mila del 2021.
“Questa stangata – spiega Sbraga - arriva dopo due anni di forte contrazione dei consumi che ha messo a dura prova la tenuta del settore. La chiusura di 40 mila imprese e la cancellazione di 200 mila posti di lavoro sono lì a testimoniarlo”.
Ciò che deve maggiormente preoccupare è che l’incidenza del costo dell’energia peserà sul conto economico quasi 3 volte più che nel 2021. Secondo una simulazione dell’Ufficio Studi, infatti, se un anno fa le bollette incidevano per il 4,6% sui ricavi di un esercizio medio, quest’anno l’incidenza salirà al 13,3%. Da qui la richiesta ad ARERA di vigilare affinché i fornitori mettano tempestivamente a disposizione delle imprese le informazioni necessarie per utilizzare i crediti d’imposta introdotti dal governo Draghi e confermati dall’esecutivo Meloni.
“La scadenza del 16 marzo 2023 per comunicare all’Agenzia delle Entrate l’importo di credito maturato nel 2022, pena la decadenza dal diritto alla fruizione dei crediti stessi, appare – secondo il Vice Direttore generale di Fipe-Confcommercio – eccessivamente penalizzante. La procedura di calcolo non sempre è agevole sempre le società fornitrici danno le informazioni tempestivamente.
È altrettanto indispensabile che ARERA svolga una costante azione di monitoraggio, vigilanza e controllo affinché le società fornitrici si astengano dal porre in essere comportamenti aggressivi utilizzando a proprio vantaggio le asimmetrie informative che caratterizzano il sistema energetico, ad esempio contravvenendo (o eludendo) la sospensione delle modifiche unilaterali dei contratti di fornitura di energia elettrica e del gas di cui all’art. 3 del D.L. Aiuti-bis o chiedano garanzie fideiussorie e anticipi insostenibili.”
“I Pubblici Esercizi – conclude Sbraga - soffrono di una forte carenza di liquidità dovuta a tre anni particolarmente difficili segnati dall’emergenza Covid, dall’impennata dei costi di approvvigionamento delle materie prime energetiche ed alimentari.”
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