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12 Ottobre 2022
Gli imballaggi ecologici emergono quindi come una tendenza chiave nel mercato in quanto possono essere biodegradabili, riutilizzabili, non tossici e costruiti con materiali riciclati. L'uso d’imballaggi ecocompatibili viene sempre più privilegiato proprio perché è in grado di ridurre l'impronta di carbonio e promuove uno stile di vita verde che aiuta a risparmiare energia e prevenire l'inquinamento.
Basti pensare che, come riportato da Bakeryandsnacks.com, un acquirente americano su due (47%) ha dichiarato di essere disposto a pagare un costo extra per un prodotto confezionato con un imballaggio sostenibile e sono due terzi (64%) coloro che hanno indicato la riciclabilità del packaging come elemento fondamentale nel processo di acquisto dei prodotti, percentuale che sale al 69% nella fascia di età compresa tra i 18 e i 29 anni.
In Germania invece, secondo un sondaggio condotto da Ipsos, il 77% dei consumatori desidera avere il minor numero possibile di imballaggi e il 63% prenderebbe in considerazione l'idea di cambiare le abitudini di acquisto, se questo criterio non fosse soddisfatto. Un trend globale che sta influenzando anche il mercato in Italia dove, secondo l’Osservatorio Immagino GS1, in un solo anno sono cresciuti del 5% i prodotti che comunicano esplicitamente sull’etichetta come gestire le confezioni dopo il consumo (il 35,9% del totale della GDO). È quanto emerge da una serie di approfondimenti condotti sulle principali testate internazionali del settore da Espresso Communication per Vitavigor, azienda italiana famosa in tutto il mondo per El Super Grissin de Milan.
Rispetto alle indicazioni sulla riciclabilità, più di 4 referenze su 10 (41,6%) vengono confezionate in packaging monomateriali con i fuoripasto salati che si confermano con il 90,8% il comparto merceologico che utilizza di più questa tipologia di confezione, davanti a pasta (84,6%), frutta e vegetali secchi (83%), i cereali e le zuppe (76,5%). Ed è proprio il bakery uno dei settori dove l’innovazione la sta facendo più da padrona.
“La sfida più grande per le imprese del settore dei prodotti da forno è identificare soluzioni per il packaging che garantiscano la capacità di mantenere la freschezza del contenuto, preservando quelle che sono le caratteristiche qualitative quali fragranza e croccantezza – sottolinea Federica Bigiogera, marketing manager di Vitavigor, azienda italiana che sta investendo per rendere sempre più green le proprie confezioni di grissini e snack. Negli ultimi anni, le istanze di rispetto ambientale e sostenibilità hanno spinto la progettazione di packaging realizzati con materiali biodegradabili e compostabili, a basso impatto ambientale e riciclabili al 100% e tutte le nostre referenze della linea snack sono proposte, già da due anni, in confezioni in carta riciclabile, in linea con l’orientamento alla produzione sostenibile e al rispetto dell’ambiente. Per trovare soluzioni davvero sostenibili, tuttavia, è importante affrontare il tema della sostenibilità in modo olistico e comunicare in modo trasparente. L'imballaggio è parte della soluzione ma migliorando altre aree come la catena di fornitura, i costi di produzione e il processo produttivo, spesso invisibili ai consumatori, il risultato complessivo in termini di sostenibilità potrà essere ancora più forte ed efficace”.
Un settore della produzione alimentare che sembra essere in costante adattamento è quindi proprio quello degli imballaggi per prodotti da forno, segmento dominante nel settore food che, secondo un’analisi di Data Bridge Market Research, crescerà del 4,2% entro il 2028, superando i 6 miliardi di dollari di valore.
Quello dell’imballaggio, come spiegato dal portale Sweets-processing.com, è uno dei temi principali su cui si concentrano i dibattiti sulla sostenibilità dei prodotti da forno e dolciari ed è un'area in cui le aziende del settore possono sicuramente contribuire alla sostenibilità: con 26 milioni di tonnellate al giorno, le bustine e gli imballaggi flessibili in plastica multistrato, utilizzati anche per gli snack e i dolciumi, offrono, ad esempio, il maggior potenziale di riduzione dei rifiuti plastici negli oceani.
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