pubblici esercizi
08 Febbraio 2022“Abbiamo appreso con stupore e sconcerto il tentativo di voler applicare nel peggior modo possibile un sistema discriminatorio, penalizzante e fondamentalmente sbagliato come il Nutriscore anche alle bevande alcoliche”, ha detto a questo proposito Micaela Pallini, Presidente di Federvini.
Il mondo del vino e delle bevande alcoliche in generale sono stati spiazzati dal tweet di Serge Hercberg, creatore del sistema Nutriscore, che nei giorni scorsi ha espresso la volontà di aggiungere al suo sistema una lettera F in campo nero, per includervi il mondo delle bevande alcoliche. Come si ricorderà, il sistema Nustriscore è basato su una etichettatura a semaforo, in cui ogni prodotto alimentare viene schedato e giudicato con una lettera e un colore. Finora comparivano 5 lettere, da A (la migliore, secondo il sistema) alla lettera E (in campo rosso, a significare la pericolosità del prodotto giudicato).
“E’ un vero affronto all’intelligenza dei consumatori prima di tutto – ha continuato la Presidente Pallini – oltre a rappresentare uno schiaffo per un comparto che rappresenta, da secoli, non solo una ricchezza economica, ma soprattutto un modello di vita e di civiltà. Etichettare in rosso, o addirittura in nero come nel nostro caso, un cibo o una bevanda, significa mettere alla gogna e criminalizzare un prodotto senza associarlo alle modalità o occasioni di consumo”.
Il sistema Nutriscore è stato da sempre condannato dall’Italia in quanto colpevole, tra l’altro, di disinformare i consumatori e condannare molti prodotti tipici del Belpaese. Con questo sistema, infatti, vengono penalizzati prodotti come il parmigiano, la mozzarella, il prosciutto di Parma in favore di prodotti, spesso sintetici e di scarso valore. Oggi toccherebbe alle bevande alcoliche, senza alcuna distinzione o valutazione nel merito.
"Questo approccio ostile al mondo del vino – ha concluso Albiera Antinori, Presidente del Gruppo Vino di Federvini - è l’ennesima espressione di una vera e propria crociata insensata e irresponsabile verso un comparto italiano fatto di prodotti agricoli, di qualità, di unicità, di denominazioni di origine, e ci lascia veramente perplessi e preoccupati. Ci auguriamo che le/i rappresentanti delle nostre istituzioni ci difendano in maniera forte e chiara”.
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