spirits
02 Febbraio 2021Spiegati.
In Italia, troppi operatori del settore hanno pensato che lavorare con il turismo fosse sinonimo di gestire “una trappola per turisti”. Operatori poco lungimiranti. Non hanno capito il senso.
Ovvero?
Lavorare con il turismo significa avere una clientela internazionale e mista. Risultato che ci gratifica tutti, eccezioni a parte, nel nostro mondo.
[caption id="attachment_183043" align="aligncenter" width="696"] Simone Mina, ph. Nicole Cavazzuti[/caption]
Vai avanti.
Insomma, sfido chiunque a essere scontento di ospitare nel proprio locale clienti americani o tedeschi, che tra stile di vita fuori casa, numero cospicuo di ordinazioni e generose mance rappresentano un target decisamente desiderabile. Il punto è un altro: solo attraverso la qualità mantieni i clienti e ne attiri altri. Ecco... troppi colleghi si sono limitati invece solo a sfruttare le orde di turisti per fatturare, senza costruire il proprio futuro puntando sulla qualità. E non è tutto. C'è poi un problema di assenza di etica professionale.
Cioè?
Siamo onesti: il peggiore male della nostra categoria dal punto di vista delle ripercussioni su credibilità e qualità del lavoro dei nostri collaboratori sono le “gestioni creative”.
[caption id="attachment_183048" align="aligncenter" width="696"] Il bancone del CH 18 87 di Roma. Ph. Nicole Cavazzuti[/caption]
Che cosa intendi per gestioni creative?
In molti, per ottenere l’invito da parte delle aziende a partecipare come guest a eventi, masterclass o fiere, hanno riempito il magazzino di merce non necessaria. Ora, falsificare i volumi è stato sostenibile fintanto che c’era un cash flow positivo, ma ora che quel flusso di cassa è venuto a mancare i nodi vengono al pettine. Con conseguenze drammatiche.
Insomma, qualità e oculata gestione del magazzino sono le strade per la rinascita?
Sicuramente sì. Ma per ripartire abbiamo bisogno di un vero aiuto da parte dello Stato. È necessario abbassare drasticamente spese di gestione e costo del lavoro. I ristori di fatto sono inutili perché, essendo restati invariati i costi fissi, da un lato entrano e dall’altro escono. Bisogna ridurre drasticamente, se non azzerare, i vari costi di gestione fino a quando non saremo usciti dall’emergenza. Non ci sono altre vie per consentire al settore di riprendersi. Altrimenti, la maggior parte di noi sarà costretta a chiudere.
Se l'articolo ti è piaciuto rimani in contatto con noi sui nostri canali social seguendoci su:
Oppure rimani sempre aggiornato sul mondo del fuori casa iscrivendoti alla nostra newsletter!
POTREBBERO INTERESSARTI ANCHE
18/04/2025
Disponibile sul canale YouTube di Amaro Montenegro, torna la terza edizione di Pal Around, il format del marchio di spirits ideato dall’agenzia Armando Testa che quest’anno mette in...
17/04/2025
Un invito a rallentare e godersi l’attimo in un mondo dominato dalla frenesia. È questo il messaggio della nuova campagna di comunicazione “Take your...
17/04/2025
Nuovo contrassegno di Stato con la bandiera tricolore per il vino italiano, che permetterà un’immediata identificazione e riconoscibilità delle produzioni made in Italy.Il contrassegno,...
17/04/2025
Rendere il mondo dell’ospitalità su misura, immersivo, esperienziale ed in linea con le tendenze culturali e di consumo locali. È questo l’obiettivo di...
I NOSTRI PORTALI
Quine srl
Direzione, amministrazione, redazione, pubblicità
Tel. +39 02 864105 | Fax +39 02 72016740 | P.I.: 13002100157
©2025 - Tutti i diritti riservati - Responsabile della protezione dati: dpo@lswr.it
Privacy Policy