21 Settembre 2020
“La nostra associazione prende decisamente le distanze da quegli imprenditori irresponsabili, pochi per fortuna, che lavorano senza rispettare le più basilari regole di sicurezza, creando disagi e gettando una cattiva luce sull’intero comparto composto per la stragrande maggioranza di persone serie che rispettano le leggi. Oltretutto, parliamo di un settore certamente tra i più colpiti da questa crisi senza fine”.
Questo il duro commento di Paolo Capurro, Presidente di Anbc, Associazione Nazionale Banqueting e Catering, alle recenti notizie di alcuni ricevimenti trasformatisi in piccoli focolai di Covid.
“Eppure organizzare una cerimonia senza rischi è possibile, basta seguire i protocolli vigenti. A questo proposito la nostra associazione ha deciso di fare anche di più, mettendo a punto un regolamento interno ancor più rigido che chiediamo ai nostri soci di rispettare per garantire il massimo della sicurezza a tutti. Gli aderenti a questa ulteriore autoregolamentazione potranno esibire un logo creato ad hoc che certifichi l’adesione al codice di Anbc – continua Paolo Capurro –. Solo distinguendoci possiamo evitare spiacevoli evoluzioni che metterebbero a rischio la nostra sopravvivenza provocando nuovi lockdown “settoriali”, proprio come è accaduto in provincia di La Spezia dove sono stati vietati tutti gli eventi, pubblici e privati”.
Il comportamento irresponsabile e fuorilegge di pochi, dunque, non fa che generare panico e creare ulteriori danni a un comparto già martoriato. I dati parlano chiaro: sono ancora tante, troppe, le coppie italiane che hanno preferito rinunciare o posticipare a tempi migliori il proprio matrimonio per paura di compromettere la loro salute e quella degli amici. Nei tre mesi estivi dopo il lockdown si è registrato un calo del 90%, quindi con eventi quasi del tutto assenti. Miglioramento impercettibile previsto per questo mese di settembre, con un calo leggermente meno drastico, ma che comunque registra un -70%. Numeri che fanno impressione se si considerano le cifre pre-Covid, secondo cui, in Italia, si celebravano poco più di 195.000 matrimoni che alimentavano un settore da 135.000 posti di lavoro per un fatturato di 2,2 miliardi di euro.
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