bevande
27 Luglio 2020“In un contesto di emergenza come quello che stiamo attraversando non possiamo permetterci che rimangano in piedi scandalose asimmetrie concorrenziali. Il principio del mercato comune, regole comuni deve trovare piena applicazione immediatamente. Altrimenti il settore maggiormente penalizzato da regole e vincoli, quello dei pubblici esercizi, è destinato a cadere per non rialzarsi più”.
È un appello accorato quello lanciato dal Direttore Generale di Fipe – Federazione Italiana dei Pubblici Esercizi, Roberto Calugi, all’indirizzo del Parlamento e del governo, in occasione dell’audizione odierna in Senato in merito al Dl Semplificazioni. Un appello accompagnato da alcune richieste puntuali, indispensabili a creare le condizioni per una ripartenza del settore dei pubblici esercizi, piegato dai mesi di lockdown, dalla proroga dello smartworking e dall’arresto dei flussi turistici. Un combinato disposto che determina ancora oggi un calo del 41,1% dei fatturati medi e una perdita di 240mila posti di lavoro da marzo.
“Ripristino del valore nominale dei buoni pasto, introduzione del Pos unico per i ticket elettronici, così come già accade nella grande distribuzione e una riforma della normativa che regola i pubblici esercizi e che risale al 1991. Una norma - spiega il Direttore – resa obsoleta dalle liberalizzazioni di Bersani che hanno aperto il mondo della ristorazione alle imprese della new economy. Home restaurant, dark kitchen, ma anche agriturismi, rosticcerie e pizze al taglio. Realtà che svolgono attività sovrapponibili alla ristorazione ma godono di regole più flessibili e snelle”.
“Storture come questa – conclude Calugi – o come il sistema delle gare d’appalto sui buoni pasto, che scarica il costo dei risparmi ottenuti dalla pubblica amministrazione direttamente sui pubblici esercizi, non potevano essere accettate in condizioni normali, ma diventano una condanna in questa fase di emergenza. Il Dl Semplificazioni, nella sua fase di conversione in legge, può essere l’occasione per ripristinare la concorrenza leale in un settore di pregio della nostra economia”.
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