caffè
25 Marzo 2014
illycaffè e Lavazza hanno presentato i risultati del progetto di sequenziamento del genoma di Coffea arabica, uno studio che apre la strada a futuri sviluppi dal punto di vista scientifico e agroalimentare con ricadute positive su tutta la filiera del caffè.
Si tratta di uno studio completamente italiano condotto da dalle Università di Padova, Trieste e dall’Istituto di Genomica Applicata di Udine, con il coordinamento del professor Giorgio Graziosi di DNA Analytica Srl, spin off dell’Università di Trieste e il finanziamento delle due aziende leader nel settore.
Per la prima volta è stato possibile decodificare la base genetica del caffè Arabica, che rappresenta il 70% della produzione mondiale di caffè - e organizzare sistematicamente i risultati ottenuti, rendendoli disponibili alla comunità scientifica e all’intero settore del caffè per possibili applicazioni agronomiche e industriali.
I risultati di questo studio costituiscono infatti la base per successivi progetti che più concretamente potranno apportare benefici a tutta la filiera del caffè in termini di qualità e di quantità di prodotto.
«Il mondo del caffè sta vivendo – ha detto il presidente e amministratore delegato di illycaffè Andrea Illy (a destra nella foto con Giuseppe Lavazza) – una fase positiva con una costante crescita dei consumi in tutto il mondo, compresi i Paesi produttori. A ciò però non corrisponde una parallela crescita della produzione. Anzi si stima che da qui al 2020 verrà a mancare una quantità di caffè pari all’intera produzione vietnamita. Per questo dobbiamo attrezzarci per incrementare la produzione migliorando continuamente la qualità e per aumentare la biodiversità mitigando gli effetti negativi del riscaldamento globale».
E il vice presidente di Lavazza Giuseppe Lavazza ha aggiunto che «Il sequenziamento del genoma del caffè permetterà di ‘leggere’ la pianta e di identificarne perfettamente le origini, di individuare ad esempio i geni che conferiscono una certa resistenza alle malattie o alle infezioni: sarà così possibile offrire agli appassionati del caffè una qualità superiore, basata su criteri oggettivi».
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