pubblici esercizi
24 Maggio 2021
Più di una impresa su due ha fatto ricorso alla moratoria sui prestiti. Otre il 45% ha richiesto un nuovo finanziamento fino a 30 mila euro con garanzia dello Stato. Ha funzionato bene il sistema dei Confidi.
In tema di aiuti pubblici il primo pensiero va certamente ai contributi a fondo perduto erogati con diverse modalità nel 2020 e nel 2021. Ma la misura governativa che ha evitato il rischio di fallimento per un’impresa su tre è stata la moratoria sui prestiti, ulteriormente prorogata dal 30 giugno al 31 dicembre 2021 con l’approvazione giovedì scorso del decreto Sostegni bis.
Il dato emerge dall’indagine “Il credito ad artigiani e piccole imprese: ritorno alla normalità?” curata dal Dipartimento politiche industriali e promossa dal Centro Studi CNA, la Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa e che ha coinvolto un campione di oltre 5 mila imprese. La maggior parte (87%) con meno di 10 dipendenti.
Il 54% delle imprese consultate ha usufruito della moratoria e per il 78% ne sta ancora usufruendo. Inoltre rispetto a prima della pandemia per alcune realtà l’esposizione debitoria è aumentata: per il 12% del campione si è registrato un incremento superiore al 10%, per quasi una impresa su 5 di oltre il 20%. D’altronde il 70% degli intervistati ha dichiarato una contrazione di fatturato nei primi quattro mesi 2021 rispetto allo stesso periodo del 2020, e per il 45% la flessione è andata ben oltre il 30%.
Apprezzate dunque tutte le misure che favoriscono la ristrutturazione dei debiti (secondo il 56% del campione) sia la garanzia pubblica su nuovi finanziamenti. Non a caso oltre il 45% ha fatto ricorso a nuovi finanziamenti fino a 30 mila euro coperti al 100% da garanzia statale, percentuale che supera il 50% nei settori del commercio e del turismo. E sempre in questi due settori si è registrata la più alta richiesta di moratoria con una percentuale superiore al 90%.
Nei primi tre mesi di quest’anno si è registrato anche un incremento delle richieste di credito pari all’8,8% rispetto all’anno precedente, ed è aumentato anche del 28,2% l’importo medio erogato. Lo rivela l’indagine Crif Ratings che evidenzia come abbia retto bene all’urto il sistema dei Confidi: i consorzi di garanzia collettiva dei fidi hanno garantito liquidità alle imprese in sofferenza. Il 17,2% delle richieste per un importo inferiore a 5 mila euro, oltre la metà delle richieste per circa 20 mila euro, mentre il 32,2% ha richiesto oltre 50 mila euro.
Il 35% delle richieste al sistema di garanzia Confidi che complessivamente ammonta a 7 miliardi di euro proviene dal mondo dei servizi con rilevanza principale per i comparti alloggio e ristorazione, seguiti da industria (28%) e commercio (21%).
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