pubblici esercizi
05 Maggio 2021La speranza è che il coprifuoco venga eliminato, ma il presidente delle Regioni ritiene inutile fossilizzarsi sul problema: la cosa più importante è garantire la sicurezza.
(Forse) i toni si sono alzati eccessivamente. E la richiesta di abolire il coprifuoco rischia di ridursi solo a un retorico vessillo di malintesa libertà: ma un vessillo sventolato contro chi? Il Covid non sembra farci punto caso.
La verità è che il coprifuoco non è tutto e che l’Italia ha vissuto 16 mesi infernali da cui si sforza di uscire: aggrapparsi a un vessillo (leggi coprifuoco, appunto) non è la panacea per questa situazione.
Nessuno mette in dubbio che il limite orario delle 22 penalizzi i secondi turni e disincentivi i clienti. Ma c’è chi è messo peggio perché non ha spazi all’aperto o perché la propria categoria non è tra quelle già aperte.
La sanificazione degli ambienti chiusi con impianti d’aereazione a norma e osservanti delle recenti disposizioni sarebbe un assist molto importante per quelle attività prive di spazi esterni e senza la possibilità di ricorrere a concessioni comunali.
Fermiamoci a riflettere su questo punto.
Le riaperture – promettono dal Governo – saranno graduali. E già la notizia di un pass italiano che permetta di accogliere i turisti è da leggersi come un passo in avanti in questa impostazione del “rischio calcolato”.
Il concetto che dovrebbe prevalere, dunque, è quello di guardare l’insieme e non il singolo dettaglio. Altrimenti la prospettiva ne viene falsata.
Per questo è da apprezzare la dichiarazione rilasciata dal presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, a Radio24.
Se "ci fossilizziamo" solo sul coprifuoco – dice infatti il presidente - "ho paura che sbagliamo obiettivo: dobbiamo guardare a tutto tondo il problema. Mi auguro che il coprifuoco possa avere gradualità, per arrivare a toglierlo. Ma se ci fosse la necessità ancora di qualche settimana nessuno si straccerà le vesti. E' fondamentale riaprire qualche attività con la massima sicurezza".
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