06 Marzo 2015

Il ritorno alla crescita per il sistema-Italia resta un obbiettivo lontano. E questo, purtroppo, vale anche per i consumi fuori casa che, stando ai più recenti dati rilevati da NPD Group e presentati lo scorso dicembre durante l’appuntamento Aperitivo Crest® 2014: l’anno che verrà e il fuori casa prossimo venturo, continuano a essere penalizzati da risultati negativi. «Il mercato viaggia a un ritmo di flessione superiore al 2% - afferma
Matteo Figura, responsabile Foodservice NPD in Italia -. E il trend interessa tutti i segmenti: le nostre rilevazioni sull’anno mobile luglio 2013-giugno 2014 mostrano infatti che la crisi ha toccato tanto il servizio veloce (-2,4%) quanto il servizio completo (-2,2%), senza risparmiare neppure il leisure (-1,3%). Il giro d’affari dell’Ooh si avvicina così alla soglia minima dei 48 miliardi di euro. Il che significa una perdita di oltre 2,5 mld di euro in 3 anni e un calo di mezzo mld nelle visite, passate dai 9,9 mld del 2011 agli attuali 9,6 mld. Il tutto in presenza di una spesa media stagnante, assestata a quota 5,11 euro».
IN CONTROTENDENZA
In un quadro sostanzialmente fosco, vi sono però tre buone notizie. Ovvero tre aree che mostrano numeri in progressione e che, quindi, promettono interessanti prospettive di sviluppo.
PROSPETTIVE INCERTE
Puntare sulle nicchie può insomma rivelarsi una scelta vincente in un contesto che continuerà a rimanere instabile anche per il 2015. «Qualche segnale di miglioramento complessivo, in effetti, c’è - rileva Figura -: negli ultimi mesi sono tornate a crescere le previsioni di acquisto di beni durevoli quali elettrodomestici e mobili. Va tuttavia detto che la ripresa, se e quando arriverà, non avrà comunque riflessi immediati sui consumi fuori casa. Si deve poi considerare che nell’arco di questi anni difficili il consumatore è stato spesso costretto a ridurre la frequentazione di bar e ristoranti. Una situazione imposta che però potrebbe avere portato a scoprire il piacere di stare a casa. Non è detto insomma che, una volta usciti dalle secche della crisi, i clienti torneranno alle abitudini degli anni migliori. La sfida quindi è individuare le modalità giuste per attrarli di nuovo nei locali. E per farlo sarà indispensabile intercettare le esigenze di un consumatore che mostra inequivocabilmente di avere modificato i propri processi decisionali di acquisto, improntati oggi a una sempre più spiccata razionalizzazione e, al contempo, all’esigenza di un alto ritorno in termini esperienziali».
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