23 Febbraio 2015
App di ogni tipo si accumulano negli smartphone e tablet dei consumatori, tant’è che si potrebbe parlare di una nuova abitudine con vecchie radici: lo “z-apping”, ossia frenetico sintonizzarsi da un applicazione all’altra, versione contemporanea e mobile dell’omologa pratica televisiva.
Dati di inizio 2014 relativi all’utilizzo di applicazioni mobile negli Stati Uniti delineano un quadro fino a pochi anni fa inimmaginabile: l’americano medio passa più di 30 ore al mese utilizzando in media 27 diverse applicazioni per smartphone e tablet (fonte: Nielsen). Numeri in costante crescita, sicuramente non troppo distanti da quanto sta accadendo oggi in Italia, dove il boom dell’Internet mobile è ormai una realtà conclamata: su 22 milioni circa di utenti connessi giornalmente, oltre 17 accedono a Internet via device mobili (quasi il 40% della popolazione). Il 67% del tempo totale passato online è generato dalla fruizione di cellulari e tablet, e il 56% esclusivamente dallo “z-apping” (per maggiori info).
Ovviamente il mercato si è adeguato in fretta: per il sistema operativo Android sono disponibili oltre 1,4 milioni di applicazioni diverse, per iOS (Apple) circa 1,2 (vedi qui). Da un lato dunque osserviamo consumatori sempre più voraci e onnivori, dall’altro un numero spropositato di app – molte delle quali gratuite e particolarmente aggressive nell’immagazzinare i dati personali di utenti troppo frettolosi nel concedere il consenso informato (si veda questo interessante intervento).
Per quanto riguarda il settore, le implicazioni sono diverse. Chi sta pensando di appoggiarsi o meno a una delle tante applicazioni geolocalizzate pensate per promuovere e cercare ristoranti e locali, valuti bene caso per caso: il mero fatto che un’app esista non vuol dire che sia effettivamente utilizzata, dato il crescente affollamento degli store digitali. Come testimonia la classifica delle 10 applicazioni più scaricate nel 2014 a livello mondiale, a vincere sono quelle capaci di entrare nella quotidianità delle persone: Facebook, Google Search, YouTube, Google Maps e – soprattutto in Italia – sistemi di messaggistica alternativi agli sms come WhatsApp e Facebook Messenger.
Il Vocabolario del Bar 2.0 si chiude qui. Per domande o informazioni, twittate a @massimoairoldi
Se l'articolo ti è piaciuto rimani in contatto con noi sui nostri canali social seguendoci su:
Oppure rimani sempre aggiornato sul mondo del fuori casa iscrivendoti alla nostra newsletter!
POTREBBERO INTERESSARTI ANCHE
14/03/2025
"Dammi l'Artusi." "Cercalo nell'Artusi." "Cosa dice l'Artusi?" Pellegrino Artusi, con la sua monumentale opera “La scienza in cucina e l'arte di mangiar bene”, ha tracciato la via che ancora oggi...
A cura di Rossella De Stefano
13/03/2025
In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua prevista sabato 22 marzo, Brita lancia la call to action "Be a Gamechanger" invitando i consumatori a diventare protagonisti attivi nella tutela...
12/03/2025
Sono Charles Lecrec e Lewis Hamilton di Scuderia Ferrari HP i protagonisti dello spot The Welcome Present, parte della campagna The Italian Way, lanciata da...
12/03/2025
È stata svelata la lista dei ristoranti classificati dal 51° al 100° posto degli Asia’s 50 Best Restaurants, stilata sulla base dei voti...
I NOSTRI PORTALI
Quine srl
Direzione, amministrazione, redazione, pubblicità
Tel. +39 02 864105 | Fax +39 02 72016740 | P.I.: 13002100157
©2025 - Tutti i diritti riservati - Responsabile della protezione dati: dpo@lswr.it
Privacy Policy