bevande
15 Settembre 2014
Cantina Tollo, ambasciatrice i vini d’Abruzzo nel mondo, brinda ai risultati registrati dai suoi vini bio protagonisti nel 2013 di un vero e proprio boom con 100 mila bottiglie vendute, triplicate rispetto al 2012.
La preferenza va ai vini rossi: più della metà delle bottiglie vendute sono della qualità Montepulciano d’Abruzzo Dop, tra i prodotti autoctoni di punta di Cantina Tollo. Ottimi risultati anche per il Trebbiano d’Abruzzo Dop biologico: l’Heliko, ad esempio, la nuova referenza bio e senza solfiti aggiunti, conferma la volontà della cantina abruzzese di continuare a investire in innovazione di prodotto, proseguendo il percorso della qualità che prevede una selezione accuratissima delle uve.

Buona parte del fatturato dei vini bio di Cantina Tollo è realizzato con le esportazioni, cresciute del 41% rispetto al 2012 nei principali mercati di riferimento, ossia Olanda e Francia. Anche in questo caso a piacere di più è il Montepulciano d’Abruzzo Dop, un vino che ha ottenuto riconoscimenti anche in molte competizioni estere, dal gusto internazionale, ma in grado di mantenere la sua tipicità e le sue strutture importanti.
«L’impegno nella produzione della qualità ci ha premiati sia sui mercati nazionali che all’estero - commenta Andrea Di Fabio, direttore commerciale e marketing di Cantina Tollo -. Lavoriamo con passione utilizzando gli strumenti dell’innovazione e della ricerca scientifica che ci permettono di avere rese limitate dai vigneti e tecniche di viticoltura a basso impatto ambientale».
Cantina Tollo è tra i maggiori produttori italiani di vini biologici in Italia. L’azienda ha attuato politiche di riconversione produttiva sin dai primi anni ’90. Da allora il processo delle colture bio è stato continuo e oggi interessa ben 237 ettari della produzione con una potenzialità di 45/50mila quintali di uve. In modo specifico, gli ettari riconvertiti a bio sono 123 di Montepulciano, 99 di Trebbiano, 6 di Merlot, 4 di Sangiovese e il restante di Cabernet.
Il risultato di Cantina Tollo si inserisce peraltro in un più vasto trend che vede il biologico non conoscere crisi: il 53% delle famiglie italiane acquista infatti almeno un prodotto green e il 5% di queste acquista vino bio (fonte: Osservatorio Wine Monitor). I consumi di vino biologico si sono quindi attestati, nel 2013, a un milione di litri per un valore di 5 milioni di euro. Ancora poco rispetto ai 517 milioni di litri di vino confezionato, ma comunque in crescita del 4% rispetto al 2012. Sebbene sia ancora un consumo di nicchia, il vino biologico in Italia conosce un trend costante di crescita: la viticoltura bio è passata dai 31.709 ettari del 2003 ai quasi 57.347 del 2014 (+80,8 per cento), superata dalla Spagna con 81.262 ettari e dalla Francia con 64.801 ettari (fonte: Fibl-Ifoam 2014). Il 7,9% degli ettari vitati in Italia è biologico, un dato che posiziona al meglio il nostro Paese a fronte di una media mondiale del 2 per cento. Buoni anche i dati relativi all’export. Sui mercati internazionali l’interesse per i vini biologici è forte da anni, soprattutto negli Stati Uniti dove - considerando esclusivamente il canale al dettaglio - l’Italia detiene una quota del 13% del mercato, alle spalle del Cile (45%) e dell’Argentina (19%).
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