17 Maggio 2024

Drink Kong, in una serata esclusiva il Cointreau secondo Kevin Kos

di Sapo Matteucci


Drink Kong, in una serata esclusiva il Cointreau secondo Kevin Kos


A prima vista Kevin Kos sembra un giovane ufficiale austriaco della Vienna primo Novecento. Alto, biondo, gli occhi chiari coi i baffi arricciati all’insù. Siamo in una saletta riservata del Drink Kong di Patrick Pistolesi a Roma, in cui non penetrano gli ultimi raggi del tramonto capitolino. La serata, dedicata al Cointreau (il liquore al gusto arancia viene distribuito in Italia da Molinari), è inaugurata da Kevin Sueiro, global brand ambassador del famoso triple sec, che esordisce con un “Far from Sidecar e Margarita” anche se non sarà proprio così. 

Il tema è glocal: un liquore planetario reinterpretato con ingredienti di filiera corta del territorio, la Slovenia, in cui è nato Kevin Kos. Quindi prepariamoci allo yogurt, al Riesling, al miele, al grano saraceno, alle mele… D’altra parte la Maison sta impegnandosi sullo sviluppo sostenibile, basato su tre capisaldi: preservare il territorio e la biodiversità, incoraggiare a bere in modo responsabile, combattere il cambiamento climatico.

Kos, nei suoi cocktail ha tenuto presente (e non poteva essere altrimenti) soprattutto il primo punto ovvero raccontare i profumi e i sapori della sua terra, insieme a grandi protagonisti globali come il Gin, il Cointreau, il Cognac e il Tequila. Fin dall’inizio, dai suoi movimenti, sempre molto misurati, dalle sue parole precise e calibrate, abbiamo capito che è aperto al futuro (è diventato noto col suo canale “Cocktail Time with Kevin Kos”, lanciato in tempi di pandemia, con oltre 150 mila abbonati) ma tiene in gran conto la tradizione. L’equilibrio tra classicità e innovazione attraversa tutto quello che ci ha fatto assaggiare.

Il primo, davvero notevole, si chiama Orange Beegroni, un gioco verbale in cui protagonisti sono le api, da qualche anno in voga nel mondo dei banconi, e il Negroni. E infatti troviamo tracce di miele fermentato nel vermuth d’idromele, un tocco di cera d’api, Gin Botanist, Cointreau e liquore di Genziana. Un Negroni reinventato, esposto sugli zuccheri agrumati e prontamente corretto dal colpo di timone della genziana. L’effetto è quasi liberty, con volute e curve affumicate, nel segno filologico del Conte Negroni.

Totalmente in Slovenia, nel secondo assaggio che, non a caso, si chiama Potica Punch, in omaggio sia al Cointreau, sia al dolce tradizionale sloveno, presente anche nella nostra Venezia Giulia. Sentori di miele e latte si aggiungono al Cointreau e al Remy Martin VSOP. Un after dinner complesso adagiato mollemente sul Cognac,  servito con una schiacciatina di grano saraceno.

Coffee Meets Orange, che ci viene presentato anche in veste d’opportunissimo after dinner è invece, secondo noi, un perfetto predinner. Long drink assai scapigliato, tempera i chinini della Tonic water col Cointreau, sostenuto dal Gin Botanist e dalla caffeina del percolato di caffe. La sfida, peraltro inaugurata da un po’, si situa nel solco dei “caffè chiarificati” o - allargandosi - dei Martini Espresso chiari.

Infine la scommessa sul mito Margarita, rivisitato in chiave slovena. Il Love Road Margarita è un cavallo di battaglia di Kos. Molto elaborato, aggiunge alle basi classiche (Tequila e Cointreau), Riesling e Sauvignon lievemente ossidati, corretti con buccia di mele verdi e acido citrico. Lo yogurt viene lavato nel Tequila. Risultato: un Margarita non tropicale, che vira appunto sulla mela e sui vini: il richiamo ai pomi sloveni sta anche nella sapida micromeringa di mele a forma di cuore, che si staglia a mo’ di emblema all’esterno del bicchiere.

Kevin Kos ci tiene a dire che ha vissuto in un piccolo paese della Slovenia e come la sua ispirazione nasca sia dallo studio, sia dal territorio. Quando prepara gli ingredienti assaggia tutto separatamente. Spesso di mattina, «per non essere influenzato dagli aromi e dai sapori». Per il resto: esperienza, conoscenza, sperimentazione e un tocco di fortuna. Un po’ come i grandi esploratori che sanno da dove partono ma non dove approdano, anche se le terre scoperte da Kevin sono quasi sempre belle e rigogliose.

TAG: COINTREAU,DRINK KONG,KEVIN KOS

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