15 Agosto 2019

Esistono nuove richieste del food: avocado, soia, avena, quinoa, che però generano problemi per l’ecosistema. Per Vincent Spaccapeli di EATour «l’acqua, nel prossimo futuro, sarà uno dei grandi problemi che dovremo essere in grado di risolvere. La disponibilità, secondo i dati NU, calerà del 30%: avremo falde sempre più inquinate, nell’area del Mediterraneo caleranno le precipitazioni e, per converso, avremo alte concentrazioni di pioggia in periodi brevi. Inoltre, abbiamo una catena alimentare che si è sporcata con le microplastiche che contaminano il pesce, il miele, perfino il sale». Emissioni e fertilizzanti inquinano la Terra, la ciclicità del comparto agricolo, l’accordo di Parigi è ancora sulla carta. Dobbiamo impegnarci di più, fare pressione sui governi, per Spaccapeli: «Essere vegetariano significa mangiare meno carne, aumentare i livelli di salute, ma produrre più vegetali significa saper gestire meglio l’acqua, redistribuirla », nella sola area del Mediterraneo il climate change sta già portando disagi e mutamenti nella coltivazione. «Prima non si poteva pensare di ottenere alcuni prodotti, nel futuro potremo avere nuove piantagioni ma dovremo sempre avere a mente che va cercato un equilibrio tra uomo e Natura, è giunto il tempo di pensare agli effetti negativi delle nostre scelte. Dobbiamo ricominciare a pensare a lungo termine, e perché no, fare corsi di educazione al turismo sostenibile», una goccia nell’oceano genera cambiamento.
Un mondo di gocce
Ogni italiano consuma in media 245 litri di acqua al giorno. Aprendo il rubinetto, l’acqua sgorga abbondante, come se non dovesse finire mai, dandoci l’impressione che ci sia acqua per tutti. Purtroppo, non è così. Perché, contemporaneamente, nel mondo, ci sono 700 milioni di persone che non hanno facile accesso all’acqua potabile, circa la metà di questi vive in Africa, in paesi come Nigeria, Etiopia, Tanzania, Repubblica democratica del Congo, Kenya, Sudan, Mozambico e, soprattutto, in Sud Africa, con conseguenze devastanti anche dal punto di vista sanitario. Ecco perché Legambiente ha raccolto la sfida rilanciandola ai giovani e ai meno giovani con la campagna nazionale Un mondo di gocce, realizzata con il sostegno di Fondazione con il Sud, per sensibilizzare rispetto al tema del risparmio idrico e aumentare la consapevolezza dell’acqua come bene prezioso, da trattare con cura e non sprecare. A partire dallo scorso ottobre, la campagna è entrata in tutte le scuole di ordine e grado con seminari, giochi, sperimentazioni e concorsi per fare toccare con mano ai ragazzi il valore dell’acqua, il senso del “mondo fatto di gocce”, mettendoli di fronte a un argomento più complesso di quanto si immagini, per renderli consapevoli degli effetti delle loro azioni e del loro stile di vita sulle sorti del pianeta.
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