fiere
01 Giugno 2015
L’edizione 2015 di Taste of Milano primeggia in fatto di novità. Tra queste non passa certo inosservata quella che porterà a decretare i piatti più sostenibili tra tutti quelli presentati in occasione dell'attesa kermesse milanese che prenderà vita dal 3 al 7 giugno prossimi al Superstudio Più di via Tortona a Milano. Il tutto in linea con la filosofia di Expo2015.
Ai brillanti chef di Taste of Milano spetterà il compito di creare una ricetta gourmet e allo stesso tempo sostenibile. Senza togliere importanza al gusto e alla bellezza di questo piatto, il quarto del menù di ciascun ristorante, gli chef dovranno riservare grande attenzione alle materie prime e alle tecniche di lavorazione e cottura degli ingredienti che saranno valutate da Cloros, azienda leader nell’analisi della sostenibilità e dell’efficienza energetica, per il secondo anno partner di Taste.
Sulla base delle risposte a un questionario fornito agli chef, Cloros analizzerà le varie ricette ed elaborerà delle schede in cui saranno identificate le tre forchettate di sostenibilità, ossia i tre aspetti più green di ogni piatto. Novità di quest’anno, in base ai risultati dell’analisi di Cloros, sarà possibile incoronare lo chef con la ricetta a più alto tasso di sostenibilità. Saranno inoltre segnalate in seconda posizione le ricette più meritevoli.
Partendo dall’analisi degli ingredienti utilizzati, la loro provenienza (km 0, coltivazione biologica), l’eventuale utilizzo di pesticidi e le tipologie di allevamento e coltivazione, Cloros valuterà anche la trasformazione delle materie prime, intesa come eventuale lavorazione intermedia tra la fase di coltivazione/allevamento e quella di utilizzo in cucina (ad esempio la macellazione di un animale per ottenere la carne, etc.). Successivamente saranno valutate le modalità di trasporto, con lo scopo di identificare le condizioni in cui l’ingrediente transita sino al luogo in cui verrà utilizzato, per poi concludere l’analisi con la verifica della preparazione del piatto in cucina (per esempio il metodo di cottura o la produzione di scarti).
Al pubblico, poi, sarà riservata la possibilità di assaggiare questi piatti speciali per valutarne non solo il gusto, ma anche l’energia positiva che producono, ossia la cosiddetta “food print”, un termine coniato da Taste per indicare la combinazione perfetta tra il calcolo degli indicatori di sostenibilità e la percezione.
Nata lo scorso anno come una sfida innovativa di analisi della carbon footprint, della water footprint e dell’impatto sociale prodotti dalle ricette di alta cucina, l’iniziativa ha trovato grande coinvolgimento tra gli chef che, sottoposti alla seria e complessa valutazione da parte di Cloros, sono stati portati a riflettere in modo ancor più approfondito sulla scelta delle materie prime da utilizzare e sulle tecniche di trasformazione e cottura, insegnando così al pubblico la cultura della sostenibilità anche in cucina.
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