Il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini ha firmato il provvedimento che sblocca il bonus acqua potabile, il credito d’imposta per chi acquista sistemi utili a migliorare la qualità dell’acqua da bere e a ridurre il consumo di contenitori in plastica.
Il bonus consiste in un credito d’imposta del 50% fino a una disponibilità di 5 milioni di euro annui di spesa complessiva, per le spese sostenute tra il 1 gennaio 2021 e il 31 dicembre 2022 sull’acquisto e l’installazione di sistemi di filtraggio, mineralizzazione, raffreddamento e/o addizione di anidride carbonica alimentare finalizzati al miglioramento qualitativo delle acque per il consumo umano erogate da acquedotti. Possono beneficiarne le persone fisiche, i soggetti esercenti attività d’impresa, arti e professioni e gli enti non commerciali compresi gli enti del Terzo settore e gli enti religiosi civilmente riconosciuti.
L’importo massimo delle spese su cui calcolare l’agevolazione è fissato a
1.000 euro per ciascun immobile, per le persone fisiche
5.000 euro per ogni immobile adibito all’attività commerciale o istituzionale, per gli esercenti attività d’impresa, arti e professioni e gli enti non commerciali.
L’importo delle spese sostenute deve essere documentato da una fattura elettronica o un documento commerciale in cui sia riportato il codice fiscale del soggetto che richiede il credito. L’ammontare delle spese agevolabili va quindi comunicato all’Agenzia delle Entrate tra il 1° febbraio e il 28 febbraio dell’anno successivo al quello di sostenimento del costo inviando il modello approvato approvato dall’Agenzia tramite il servizio web disponibile nell’area riservata o i canali telematici dell’Agenzia delle Entrate. Dopodiché il bonus potrà essere utilizzato in compensazione tramite F24 oppure, per le persone fisiche non esercenti attività d’impresa o lavoro autonomo, anche nella dichiarazione dei redditi riferita all’anno della spesa e in quelle degli anni successivi fino al completo utilizzo del bonus.
Il provvedimento specifica che l’accesso al bonus acqua potabile è possibile anche se le spese sono state sostenute in contanti ma solo fino alla data del 15 giugno. I due vincoli – tracciabilità del pagamento (ad eccezione dei beneficiari che esercitano l’attività di impresa in contabilità ordinaria) e l’indicazione in fattura o nel documento commerciale del codice fiscale di chi richiede il credito — valgono infatti solo a partire dalla data di pubblicazione del provvedimento stesso — quindi dal 16 giugno 2021. Per le spese effettuate in precedenza, il credito d’imposta è quindi riconosciuto lo stesso, anche se i pagamenti sono avvenuti con modalità non tracciabili. In caso di mancanza del codice fiscale del richiedente, si potrà integrare la fattura o il documento commerciale che attesta la spesa, annotando il codice fiscale di chi richiede il credito.