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28 Novembre 2024Non vanno bene i consumi per il fuori casa italiano: a perdere terreno sono soprattutto i consumi serali e notturni quindi aperitivi e cene, e contestualmente calano i consumi di vino, cocktail alcolici, spiriti, e amari. A dirlo un approfondimento a cura di TradeLab per l’Osservatorio Federvini.
2024 IN CHIAROSCURO
Nell’anno che si avvia a conclusione i comparti produttivi rappresentati da Federvini hanno confermato una significativa capacità di resilienza, seppur messa a dura prova da un quadro economico incerto. A fronte di una riduzione dei costi energetici, quelli relativi al packaging, seppure in lenta discesa, sono ancora decisamente più alti rispetto ai valori di inizio 2021, in particolare pet +24%, carta +47% e vetro +67%. Lo scenario è stato inoltre caratterizzato negativamente da tensioni sui mercati internazionali, dovuti anche alla recente introduzione dei dazi cinesi sulle importazioni di acquaviti e dal rallentamento dei consumi fuori casa.
«I segnali di difficoltà, legati anche ai precari equilibri geopolitici, non mancano e quindi è fondamentale continuare a investire nella promozione internazionale e nella difesa dei nostri comparti - commenta Micaela Pallini, presidente di Federvini -. Per garantire stabilità e crescita a lungo termine, è necessaria un’azione di sistema tesa a rafforzare il ruolo dell’Italia in sinergia con tutti gli attori della filiera, per valorizzare le eccellenze e rispondere con prontezza alle nuove esigenze dei mercati internazionali».
SCENARIO FOSCO PER IL FUORI CASA
Secondo i dati raccolti da TradeLab, l'aperitivo cede l’1,9% in termini di presenze, la cena lo 0,8% che però segna un +1% a valore, mentre diminuiscono sensibilmente i consumi nella notte (-4,4%). Tendenza positiva per le bollicine (+1% a valore) mentre vini, cocktail alcolici e spiriti lisci subiscono un calo del 2%. La flessione è ancora più marcata per gli amari e i dopo pasto (-5%). Il momento di consumo più stabile per il segmento OOH risulta essere la colazione (+1,5% a valore), grazie alla sua accessibilità economica e all’abitudine consolidata degli italiani.
EXPORT, BENE GLI ACETI, PREMIATI VINI E SPIRITI
Nei primi otto mesi del 2024, secondo un report elaborato da Nomisma sempre per l’Osservatorio Federvini, l’export di vini ha superato i 5 miliardi di euro attestandosi nella media dei principali esportatori mondiali con un +4,7% in valore e +3,2% a volumi rispetto al 2023. Soffrono competitor di peso quali Francia e Spagna.
Gli spumanti italiani restano i protagonisti con importazioni in aumento in Australia (+11,2%), Francia (+8,3%) e Stati Uniti (+5,3%). Gli spiriti italiani invece hanno registrato un incremento del 4% in valore per 1,2 miliardi di euro di valore generato nei primi otto mesi dell’anno: su tutti si distinguono i mercati cinese (+24,9%), tedesco (+7,5%) e statunitense (+5,5). L’export di liquori è cresciuto in particolare in valore in Francia (+16%), Stati Uniti (+10%) e Germania (+3%), mentre la grappa registra un rallentamento generale limitando la sua crescita al Canada (+27%). Il comparto degli aceti infine, con esportazioni del valore di 236 milioni di euro nei primi otto mesi dell’anno, segna una crescita significativa, con un incremento del 18,6% in valore e del 15% in volume tra gennaio e agosto 2024 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La Corea del Sud emerge come il mercato di destinazione dell’export di aceti italiani a maggiore tasso di crescita (+70% a valore).
SCENARIO GDO: VINCONO SPUMANTI e GRAPPA
Secondo i dati raccolti da Nomisma, le vendite in Gdo si mantengono in positivo sul fronte dei valori ma continuano a cedere in volume (-1,1% rispetto al 2023), con i vini che nei primi nove mesi dell’anno raggiungono i 2,1 miliardi di euro (+1,1% in valore sul 2023). Gli spumanti si distinguono per un’ulteriore crescita (+3,5% in valore), guidata da Metodo Classico (+4,6%) e da Charmat Secco, con in testa il Prosecco (+4,2%). Per i vini fermi e frizzanti crescono i vini a marchio IGP (+1,6% in valori e +3,7 a volume) mentre i DOP, che rappresentano oltre la metà del valore totale delle vendite, si mantengono stabili a valori (+0,2%) ma si riducono nei volumi (-2,9%).
Nello stesso periodo gli spiriti mostrano andamenti differenziati flettendo lievemente in valore (-0,1%) rispetto al 2023 e con un giro d’affari di 861 milioni di euro. Gli aperitivi alcolici premiscelati crescono del 9,2% a valore mentre distillati ed acquaviti confermano la loro posizione preminente rappresentando insieme il 42,6% delle vendite. La grappa resta il prodotto più consumato del segmento generando vendite per 90 milioni di euro, al contrario, soffrono i liquori dolci come Sambuca (-4,7% a valori) e quelli cremosi (-1,4% a valori) compensato però dall’ottima performance dei prodotti a base di amaretto (+5,3% a valori) e di quelli a base d’uovo (+6,1% a valori).
Sul fronte degli aceti infine, la performance in Gdo si contrae leggermente (-0,3%) con un valore di 105 milioni di euro. L’aceto di mele si conferma la categoria più dinamica (+5,4% in valore), mentre l’Aceto Balsamico di Modena IGP registra una lieve contrazione (-1,5%).
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