pubblici esercizi
11 Gennaio 2022
Lo dice all'Adnkronos il presidente di Fipe-Confcommercio, Lino Enrico Stoppani, dopo che dal 10 gennaio sono entrati in vigore le nuove misure che dal 10 gennaio regolano l'accesso a bar, ristoranti e hotel. "L'alternativa a questi provvedimenti - ha osservato Stoppani - sarebbe stata la chiusura delle attività. Per cui, se evitano l’aggravamento della situazione e regole ancora più drastiche, li accogliamo, sperando che possano portare dei risultati nel lungo termine".
"Sicuramente le misure pongono un problema di tipo organizzativo", ha proseguito il presidente di Fipe, ma "il governo è stato chiarissimo sulle regole". Semmai, "avremmo voluto non avere l'obbligo di fare i controllori della situazione ma se questa concessione rischiava di indebolire il provvedimento lo accettiamo con senso di responsabilità".
Sulla stessa lunghezza d'onda è anche Luciano Sbraga, vice direttore della federazione, sempre intervistato da Adnkronos. "Noi di Fipe vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno e allora pensiamo che comunque da oggi abbiamo sempre 46,5 milioni di italiani muniti di green pass e che quindi potranno consumare nei nostri locali e che quindi potremo restare aperti e lavorare".
"Oggi - ha spiegato - considerando la fascia di età tra i 20 e i 69 anni ci sono in Italia 5,3 milioni di persone che non possono consumare in bar e ristoranti, né all'interno né all'aperto. Considerando per queste persone la frequenza di consumo che si applica normalmente, possiamo dire che c'è una potenziale mancata domanda di 28-30 milioni di euro al giorno: 3 milioni per la colazione del mattino, 11 milioni per il pranzo al lavoro (panino, piatto caldo, ecc.), e circa 14 milioni per la cena della sera. Quindi abbiamo in pratica per bar e ristoranti una perdita potenziale di incassi di 28-30 milioni di euro al giorno".
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