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08 Novembre 2021
Cala la produzione, ma l'Italia si conferma primo produttore mondiale di vino. Secondo i dati preliminari elaborati dall’Organizzazione internazionale della vigna e del vino, e resi noti dalla Coldiretti, la produzione mondiale di vino è scesa nel 2021 a 250,3 milioni di ettolitri, il 7% in meno rispetto alla media dell’ultimo ventennio.
La causa? Le gelate primaverili tardive e le condizioni meteo complessivamente sfavorevoli, che hanno portato Paesi produttori come Italia, Spagna e Francia a registrare produzioni inferiori alla media per il terzo anno consecutivo. Un trend che non riguarda invece altre parti del mondo, dove l'anno in corso si è chiuso con il segno più: Usa (+6%), Australia (+30%), Cile (+30%), Argentina (+16%), Sudafrica (+2%).

L'Italia, in particolare, si conferma primo produttore globale con 44,5 milioni di ettolitri (un quantitativo solo appena superiore al minimo storico registrato nel 2017), ma con un calo stimato del 9% nella produzione di vino 2021 rispetto al 2020 e alla sua media quinquennale;
Ma non è tutto, perchè se il moltiplicarsi degli eventi climatici estremi mettono a rischio sempre più di frequente i raccolti, il surriscaldamento sta cambiando il vino Made in Italy. Negli ultimi 30 anni il tasso alcolico è infatti cresciuto di un grado, mentre l’aumento medio delle temperature ha anche determinato sempre più spesso un anticipo della vendemmia, anche di un mese rispetto alla tradizionale scadenza di settembre.
Risultato: il vigneto Italia produce adesso uve più precoci, meno acide e più dolci rispetto al passato, con il caldo che ha cambiato anche la distribuzione sul territorio dei vigneti. Un esempio? Sono sempre di più le coltivazioni ad "alta quota", come dimostra la presenza della vite ai quasi 1.200 metri di altezza dei comuni valdostani di Morgex e di La Salle, da dove si producono le uve per il Blanc de Morgex et de La Salle Dop.
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