07 Maggio 2020

Il settore delle imprese all’ingrosso di distribuzione HoReCa (Hotellerie, Restaurant, Cafè) sta registrando un crollo del fatturato con punte fino al 90% a seguito della chiusura di bar, pizzerie, ristoranti e alberghi conseguente alle necessarie misure di distanziamento a contrasto dell'epidemia da coronavirus.
La filiera è al collasso e la chiusura di bar e ristoranti fino al 31 maggio rappresenta un ulteriore ostacolo allo sforzo di salvare aziende e i relativi posti di lavoro dalla chiusura. A livello nazionale i consorzi tra i più rappresentativi del settore - Adat e San Geminiano, coordinati in Helios insieme a Udial, strutture che raggruppano oltre 430 aziende di distribuzione all’ingrosso food e beverage - in accordo con tutte le categorie di pubblici esercizi hanno rivolto ieri, attraverso una lettera, un appello alle istituzioni, a partire dai vertici del governo.
In linea con Fipe, Federazione Italiana Pubblici Esercizi, hanno chiesto un anticipo dell’apertura al 18 maggio. Una scelta che, nel pieno rispetto della salute dei cittadini, consentirebbe all'intera filiera Horeca di rimettersi in marcia.
Ascom, attraverso il gruppo Grossisti distribuzione bevande, sposa l’iniziativa, condividendone contenuti e modalità. La lettera è stata infatti portata all'attenzione della categoria dal presidente bergamasco del consorzio San Geminiano, Stefano Betti, di Bere Betti Distribuzione Bevande di Cividate al Piano.
“Anche pochi giorni di anticipo sulla riapertura in questo momento sono crucial i- spiega Giampietro Rota, presidente dei grossisti distributori Ascom Confcommercio Bergamo -. Molte aziende non sono riuscite ad anticipare le casse integrazioni ai dipendenti e si trovano in emergenza liquidità. Inoltre siamo ancora in attesa di risposte da parte del governo. Perché se la chiusura è stata un problema, al momento si preannunciano grandi difficoltà per la riapertura, in assenza di mezzi di sostegno certi e immediati”.
Il comparto dei pubblici esercizi è in grave sofferenza e a cascata le imprese specializzate nelle loro forniture. Le richieste avanzate alle istituzioni invocano misure urgenti per:
• un prolungamento della cassa integrazione per tutto il comparto della distribuzione e dei grossisti HoReCa e per il settore della ristorazione e del turismo;
• contributi a fondo perduto per le imprese del settore che hanno dovuto chiudere l’attività;
• trasformazione in credito di imposta delle perdite su crediti per i grossisti settore HoReCa;
• finanziamenti per liquidità a tasso 0 con durata fino a 9 anni e pre-ammortamento di tre anni;
• annullamento di imposte quali Imu e Tari;
• riduzione dei contributi previdenziali fino a fine 2020, fatto salvo che l’emergenza Covid-19 possa definirsi conclusa.
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