caffè
07 Marzo 2017Il re incontrastato? Senza tema di smentite è il Macinato. E le evidenze proposte da Statista.com – portale dedicato a ricerche di mercato – lo confermano in pieno, almeno per quanto attiene il Bel- Paese. In Italia, infatti, questo segmento detiene il monopolio dei consumi di caffè e fa registrare trend di crescita costanti nel tempo, sia a volume che a valore, responsabili del buon andamento del mercato. In un confronto tutto europeo con Germania, Francia, Spagna e Regno Unito, l’Italia però non vince il testa a testa con la Germania (che si accaparra i ricavi maggiori e il conseguente primo posto sul podio), ma la segue a ruota, staccando di parecchie lunghezze gli altri tre paesi in cui i consumi pro capite non reggono certo il confronto. Secondo le proiezioni di Statista, da oggi al 2020, gli scenari di mercato non varieranno in maniera eclatante. Attenzione, però, ad alcune variabili che si profilano all’orizzonte – parliamo per esempio dell’exploit del porzionato o dell’ingresso di colossi del calibro di Stabucks – che potranno condizionare sensibilmente gli attuali equilibri. In Italia i ricavi del segmento “Caffè” ammontano a 4,090 miliardi di dollari nel 2016, mentre per l’anno in corso le stime parlano di 4,277 mld. Ciò vuol dire che il ricavo medio pro capite è di 69,59 di US $ (la media europea è di 52,35 dollari) e il consumo medio di 5 chilogrammi (4,4 in Europa). Tuttavia non è il nostro Paese il re dei fatturati, ma la Germania, con ricavi pari a 5,187 miliardi di dollari Usa nel 2017 e una media di consumi pro capite pari a 5,7 chilogrammi. Nell’ottica dei volumi, si prevede per il 2018, di toccare quota 337 milioni di chilogrammi, pari a una crescita del 10,3%, mentre entro il 2020 si stima che verrà raggiunta la soglia delle 367 mila tonnellate. Uno dei dati più eclatanti è quello relativo alla ripartizione dei consumi tra i due segmenti (macinato e istantaneo), caratterizzata da una forte disomogeneità.
A giocare la parte del leone, infatti, è il segmento del macinato, che vale 4,159 miliardi, fa registrare consumi pro capite pari a 4,9 chilogrammi e prefigura una crescita a valore del 4,5% nel 2018. Il caffè istantaneo, oltre ad essere ancora caratterizzato da volumi molto contenuti (ben diversa è invece la situazione in altri paesi europei come il Regno Unito dove è l’istantaneo a farla da padrone), rivela un andamento piuttosto altalenante, con performances (a parte qualche successo nel 2011 e nel 2013) poco entusiasmanti. Il prezzo medio per chilogrammo nel 2017 si è attestato intorno ai 13,99 dollari (nello specifico si è registrato: 13,26 dollari per il macinato, e 18,08 per l’istantaneo), mentre la media europea è di 12,08. Particolare la situazione prezzi nel Regno Unito dove il prezzo medio per chilogrammo è di 23,48 dollari. La responsabilità di questa impennata va attribuita agli elevati volumi sviluppati dall’istantaneo.
La classifica dei 5 mercati europei
Germany | US$ 5,186.9 m |
Italy | US$ 4,090.2 m |
France | US$ 2,599.6 m |
United Kingdom | US$ 2,448.8 m |
Spain | US$ 1,738.9 m |
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