attualità
24 Ottobre 2024
Un network capace di unire chi fa ristorazione tricolore all'estero. E' l'obiettivo del neonato Coordinamento dei Ristoranti Italiani all’estero, progetto voluto da FIPE che in una prima fase coinvolge i locali di 15 Paesi, dall'Australia agli Stati Uniti, dalla Finlandia all’Oman, per promuoverne l’autenticità e la qualità.
A capo dell'associazione. l'assemblea di costituzione ha eletto il presidente Roberto Costa, imprenditore nel settore della ristorazione e fondatore della catena Macellaio RC, attiva nel Regno Unito. L’assemblea ha anche eletto il consiglio direttivo del Coordinamento che include rappresentanti di spicco della ristorazione italiana in Brasile, Emirati Arabi, Finlandia, Francia, Germania, Hong Kong, Oman, Regno Unito, Romania, Spagna, Ucraina, USA.
«La ristorazione italiana – ha dichiarato Lino Enrico Stoppani, presidente di FIPE-Confcommercio - è un patrimonio economico e culturale di inestimabile valore, riconosciuto e apprezzato in tutto il mondo. La costituzione di questo Coordinamento vuole dare voce agli imprenditori che portano nel mondo il brand Italia e intende essere espressione dell’impegno contro l’italian sounding che, è bene sottolinearlo, riguarda anzitutto l’imitazione della nostra cucina prima ancora che dei nostri prodotti. Il cibo - ha proseguito Stoppani - è uno dei principali ed identitari elementi di comunicazione della cultura e dello stile di vita italiano. I ristoranti italiani all’estero sono non solo terminali di sbocco delle nostre produzioni, ma vere e proprie agenzie culturali che promuovono l'immagine dell'Italia nel mondo. Questa iniziativa è in piena sintonia con il progetto di riconoscimento della cucina italiana come patrimonio immateriale dell’umanità tutelato dall’Unesco».
Roberto Costa, neo-presidente del coordinamento, ha dichiarato: «Sono onorato di poter guidare questo straordinario gruppo e far parte di questo progetto. La ristorazione italiana all’estero è molto più di un’attività commerciale, è uno strumento di gastrodiplomazia, capace di promuovere l'immagine dell'Italia e del nostro saper fare nel mondo. Continueremo a lavorare per sostenere e valorizzare i nostri ristoratori all’estero, proteggendo al contempo la nostra cultura gastronomica dalle imitazioni».
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