02 Settembre 2015
Il buono pasto è tra i benefici più richiesti dai lavoratori. A dirlo un’indagine del Centro Studi di Anseb (Associazione nazionale società emettitrici buoni pasto) che rileva anche come il ticket sia utilizzato nel 70% dei casi in bar, gastronomie e ristoranti e, per il restante 30%, nella grande distribuzione. E che sottolinea come il 25% dei buoni pasto in circolazione sia in formato elettronico.
Il settore non è però al riparo da nodi critici. «Nelle scorse settimane sono circolate molte informazioni parziali sul buono pasto - afferma Emmanuele Massagli, presidente di Anseb, l’associazione nazionale delle società emettitrici di buoni pasto -. Per questo riteniamo doveroso chiarire alcuni punti chiave utili per inquadrare correttamente le regole che presiedono al mercato. Il primo è rappresentato dalla detassazione dei buoni pasto elettronici entrata in vigore l’1 luglio scorso. Un’operazione che vale quasi due euro in più a ticket. In dettaglio, per la legislazione italiana il buono pasto è un servizio sostitutivo di mensa che può essere utilizzato per acquistare alimenti, bevande e prodotti di gastronomia pronti per il consumo. Tale servizio è detassato fino a 5,29 euro in caso di buono pasto cartaceo e, a partire dall’1 luglio 2015, fino a 7 euro per il buono pasto elettronico. E’ questa la rilevante novità introdotta dal Governo con la Legge di Stabilità 2015, grazie alla quale i lavoratori hanno a disposizione quasi due euro in più per ogni consumazione. In questo quadro, sempre più frequentemente le aziende scelgono di consegnare ai propri dipendenti buoni pasto in formato elettronico. Il Governo ha quindi inteso sostenere la diffusione di questo supporto per modernizzare il mercato, permettere la digitalizzazione della rete degli esercenti, favorire rimborsi più veloci e offrire maggiore protezione dalla falsificazione dei buoni. Per motivi di privacy e riservatezza della vita personale dei dipendenti, gli emettitori non dispongono delle informazioni in grado di tracciare le abitudini di consumo degli utenti. Il secondo punto da sottolineare riguarda invece l’utilizzo cumulato dei buoni, in merito al quale non si registra nessun cambiamento di regole. Nella stessa Legge di Stabilità nulla si dice riguardo al previsto divieto di cumulabilità, in vigore da oltre trent’anni. L’utilizzo - comunque anomalo sul piano strettamente legale - di più buoni nella stessa transazione, ovvero, più propriamente, la somma di più titoli oltre il valore economico medio di un pasto, è comunque un fenomeno residuale e non rappresenta una criticità del mercato. Ciononostante Anseb da sempre auspica un chiarimento interpretativo o normativo su questa materia, così che questo strumento possa essere sempre più fruibile, comprensibile e utile tanto ai lavoratori quanto ai bar/ristoranti e ai supermercati. Nella direzione della maggiore facilità di utilizzo del buono per consumatori ed esercenti sono orientati anche gli sforzi delle società del settore, impegnate nella approvazione degli standard del POS unico, ulteriore novità capace di sostenere la diffusione del buono pasto elettronico».
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