04 Agosto 2017

«A volte, la realtà supera di gran lunga la fantasia e a farne le spese sono gli esercenti in buona fede, che pagano conti molto salati a causa di regole illogiche». È questo l’amaro commento che, a caldo, fa Filippo Segato, Segretario dell’Associazione Provinciale Pubblici Esercizi (APPE) di Padova, riferendosi a un episodio accaduto a un ristoratore della Bassa Padovana, contestato qualche giorno fa dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali (Mipaaf). L’esercente ha pubblicizzato sul proprio sito internet alcune pietanze, tra cui lo “schissotto” (il pane tipico della zona) farcito con «prosciutto crudo dolce di Montagnana».
Una frase che proprio non è andata giù ai solerti funzionari del Mipaaf che, basandosi sul Disciplinare di produzione del prosciutto Berico-Euganeo, hanno sanzionato l’esercente con una multa di 4.000 euro per aver «pubblicizzato un prosciutto utilizzando il nome di un comune compreso nella zona tipica di produzione del prosciutto Veneto Berico-Euganeo». In pratica, sul menù si sarebbe dovuto scrivere: “schissotto farcito con prosciutto Veneto Berico-Euganeo DOP”. «Siamo molto amareggiati – dichiara il Segretario Segato – di fronte all’atteggiamento del Ministero. Ovviamente faremo ricorso perché non è possibile sanzionare un ristoratore per aver promosso un prodotto tipico del territorio».
L’APPE aveva già dato notizia sul proprio periodico “Qui Appe” e sul sito internet dell’obbligo di utilizzare le diciture previste dal Disciplinare di produzione, vale a dire “prosciutto veneto DOP” oppure “prosciutto veneto berico-euganeo DOP”, anche se a livello commerciale il prodotto è conosciuto da tutti come “prosciutto di Montagnana”.
«La prossima volta – conclude sarcastico il Segretario – suggeriremo ai ristoratori di scrivere sul menù “coscia di maiale salata e stagionata in qualche luogo del Veneto”».
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