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18 Aprile 2017
Il mercato del food delivery è sempre più affollato di operatori nazionali e internazionali, ma questo vale per le grandi città come Milano. In provincia lo scenario è diverso e ci sono ancora ampi spazi per startup locali: è il caso di Bergamo, dove due giovanissimi fidanzati, Matteo Carrara e Stefania Zanotti, rispettivamente 23 e 21 anni, hanno avviato il mese scorso Flying Food, servizio che consente di ordinare pranzo e cena da circa 25 ristoranti della città e dei comuni limitrofi per vedersi consegnare le pietanze calde entro 30 minuti. L'offerta - riporta L'Eco di Begamo - punta a soddisfare i gusti più diversi: dall’insalata alla pizza, dal sushi all’hamburger, dalla zuppa bio ai piatti vegani.
Il servizio è attivo 24 ore su 24, 365 giorni all'anno: la consegna costa 3 euro, pagamento online con carta di credito. Sede dell'azienda, per ora, la casa di Matteo Carrara, dove accanto ai due fondatori lavorano due sviluppatori che si occupano dell'implementazione e della gestione del sito web: al momento le prenotazioni possono essere effettuate solo via browser (anche tramite Facebook), ma i due imprenditori contano di lanciare anche l'indispensabile app per smartphone. A portare il cibo a casa dei clienti sono una decina di collaboratori, pagati a consegna. "Per ora - spiega Carrara a Bergamo Post - facciamo circa 10 ordini al giorno da lunedì e venerdì, che salgono a circa 40 al giorno nel weekend". Per conquistare i bergamaschi, Flying Food punta sulla qualità, non solo del servizio di consegna ma anche del cibo consegnato: "Selezioniamo solo ristoranti, niente fast food, e offriamo al cliente prima di tutto la garanzia di ciò che mangia", precisa Matteo.
Dietro la società non ci sono incubatori o venture capital, almeno per il momento: il progetto è stato interamente autofinanziato partendo da un investimento iniziale di circa 10mila euro, ma i due ragazzi non nascondono le ambizioni: "Non ci accontentiamo e vogliamo crescere. Flying Food è scalabile. Potenzialmente potremmo diffondere l’idea anche in altre 150 città", dice ancora Carrara. E se i big del food delivery internazionale guardano al futuro sperimentando veicoli a guida autonoma e droni per le consegne, i due giovani bergamaschi non sono da meno: "Un nostro amico, che si sta laureando in ingegneria informatica, porterà come tesi un drone per le consegne a domicilio e si spera che l’idea possa poi essere utilizzata".
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