Al mondo ci sono due tipi di persone: da un lato ci sono coloro che studiano la storia, e dell’altro invece ci sono coloro che la storia la fanno. È il caso questo del “The Maestro” Salvatore Calabrese, uno tra i cinque migliori mixologist italiani nel mondo, conosciuto all’estero come una vera star, che continua a far parlare di sé.

Giovedì 4 luglio, presso il Camparino in Galleria di Milano, il The Maestro ha creato il Negroni più antico del mondo, ottenuto miscelando alcoli che insieme hanno più di 300 anni.

Il clima era quello degli anni ’20, ospiti accolti come star al red carpet, sulle note di musica Jazz dal vivo, e a completare il quadro, vi erano nuove proposte di drink da degustare tra cui: Negroni Svegliato ( Campari, Gin, Vermout infuso caffè); Campari Nobile (Campari, Vodka, Salvatore liquore di limone, Purca di lamponi, Succo d’arancia, Bitter lemon); Americanello (Campari, Succo di melagrana, Vermouth rosso, London dry soda); Shakerato Wild (Campari, Wild Turkey Rye, Bitter orange); Maestro About Town (Camoari, Cognac VSOP, Vermouth rosso, Salvatore liquore di limone). Una vera e propria sinfonia.

Momento clou della serata la preparazione in diretta del Negroni più antico della storia. Preparato con quella classe e quello stile che distinguono il “The Maestro”. La ricetta? 1 parte di Campari del 1920 1 parte di vermouth rosso Cinzano del 1920 1 parte di gin del 1908. Il risultato è stato musica per le papille gustative.

Il Negroni non solo è stato servito agli ospiti presenti, ma è stato versato anche all’interno di 3 bottiglie, sigillate in seguito con della ceralacca. La prima delle tre bottiglie andrà al Museo Campari, la seconda al Museo del “The Maestro” e terza ed ultima bottiglia – non di certo per importanza – sarà messa all’asta per beneficienza.

Quella del The Maestro è una passione nata un po’ per caso: “vengo da un posto dove l’ospitalità fa parte della nostra cultura – spiega Salvatore Calabrese – dalla Costiera Amalfitana. Durante l’estate ho iniziato a lavorare negli alberghi e da lì la passione ha lasciato tracce dentro me. A quel punto ho deciso di fare carriera, che non è solo questo, ma è un’arte, l’arte dell’ospitalità e della mixology. Questo mondo mi ha incantato, mi ha conquistato l’arte del bar, ma anche e soprattutto l’arte di conoscere personaggi. Ciò che mi distingue – prosegue – è la mia voglia di vendere la storia, proprio come voi che questa sera la storia l’avete provata tramite il bicchiere, una storia che solo poche persone al mondo hanno l’opportunità o il piacere di assaggiare”.

Quello servito era un Negroni preparato al mixing glass perché destinato a tante persone. Il Negroni però è nato build, cioè direttamente nel bicchiere. Ci sono tre densità nel Negroni: campari, sweet vermouth e gin. Ognuno di queste densità ha peso diverso. Il segreto per un buon Negroni? Basta non girarlo ma alzarlo. È come prendere il caffè di prima mattina – spiega Calabrese - vai al bar chiedi il caffè che però viene piccolino piccolino, basta aggiungerci dello zucchero dentro, nel momento in cui lo giri e lo bevi subito, la prima boccata è amara e poi è dolce. Il segreto è di non girarlo ma di alzarlo, così lo zucchero va sopra e lo bevi. Bevi la storia.

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