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18 Settembre 2024
L'aromatizzazione è la tendenza predominante nel mercato del gin in questo periodo. A confermarlo è theGINday, l'evento organizzato da Bartender.it, tenutosi lo scorso 8 e 9 settembre a Milano. La direzione verso questo tipo di flavouring è determinata dalla necessità, per i nuovi produttori, di trovare un proprio spazio nel mercato.
«Per le nuove start-up, i nuovi brand o i produttori che vogliono lanciare nuove etichette, l'aromatizzazione è una scelta obbligata, perché bisogna creare il proprio cliente e il proprio mercato - spiega a Mixerplanet Luca Pirola, fondatore di Bartender.it -. L’aromatizzazione avviene quando il nuovo produttore cerca o ritiene di poter individuare spazi di consumo e gusti diversi da quelli classici».
Ma quali sono le nuove etichette e aromatizzazioni presentate a theGINday?
TENDENZA AFFUMICATURA
Durante la manifestazione è stata presentata l’affumicatura come nuova tendenza per il gin da barbecue. Un esempio è il Duroc Gin, un London Dry con note fresche di limone e arancia, arricchito da cardamomo nero affumicato. Pensato per abbinarsi a piatti come il pulled pork, aiuta a pulire il palato dal sapore della carne.
Oltre al Duroc Gin, anche il BUGIN Gin è pensato come accompagnamento per il barbecue. Si tratta di un compound gin distillato in Piemonte con 8 botaniche, tra cui ginepro, genepy, artemisia, timo, achillea millefoglie, angelica, tanaceto e zedoaria, tutte complementari agli aromi della carne. Al naso è aromatico e profumato, mentre al palato risulta secco con note di timo e ginepro. Può essere servito sia liscio che in cocktail, esaltando i piatti di carne.
Anche Smoked Tea è un gin affumicato, prodotto da MZero Experience fa parte della linea ME FUSION GIN, lanciata prima negli Stati Uniti e ora in Italia. Realizzato con botaniche mediterranee ed esotiche, tra cui ginepro, tè neri, canfora e scorza di cedro, si distingue per le sue note affumicate e di tè, percepibili sia al naso che al palato.
Oltre a Smoked Tea, c'è Pink Pepper, un gin rosa pallido realizzato con botaniche mediterranee come ginepro, mirto e scorza di cedro, arricchito da pepe rosa, con note dominanti di pepe e mirto al naso, e un gusto morbido e complesso. Infine, Gin Patchouli, trasparente e a base di alcol di cereali, combina ginepro, scorza di cedro e patchouli, offrendo note dolci, erbacee e speziate al naso e al palato.
DALL’ITALIA AI TERRITORI ASIATICI
Come il Gin Patchouli, anche l'Experience n°1 del brand Explora Gin esplora territori diversi. Le botaniche provengono dal Piemonte, dalla Calabria e dalla Cina. Il ginepro domina con sentori balsamici e legnosi, bilanciati dalle note fresche di bergamotto, erbe aromatiche, liquirizia e un tocco speziato e fruttato del pepe di Sichuan, che aggiunge una leggera speziatura. Dal colore cristallino, presenta un aroma fresco di bergamotto e sentori balsamici e speziati, con un palato in cui emergono bergamotto e ginepro.
Restando in Calabria, anche GIN 1750, prodotto a Reggio Calabria dalla metà di quest'anno, è realizzato con bergamotto locale, cardamomo, angelica, pepe rosa e limone.
Il cardamomo è presente anche in Poseidon, un gin che omaggia il mare senza ricorrere a elementi come le alghe. Composto da botaniche italiane come ginepro, angelica, coriandolo e cardamomo, è arricchito da note agrumate di arancia dolce, limone, mandarino e pompelmo rosa. La salicornia aggiunge infine una sfumatura marina e una leggera sapidità al palato.
SENTORI DI MONTAGNA
Dal mare alla montagna, troviamo Overture Gin, un gin botanico distillato con sentori di ginepro alpino e dal colore trasparente. All’olfatto emergono note agrumate di mandarino e limone del Garda, mentre al palato spiccano le botaniche più speziate come rosmarino, cannella e zenzero, arricchite dal retrogusto del pepe di Timut.
Rimanendo in montagna, troviamo il Sevenoaks Gin di Villa Laviosa in Alto Adige, ottenuto da una doppia distillazione di sei botaniche: bacche di ginepro, radice di angelica, salvia e piccoli frutti rossi come mirtilli neri, lamponi e fragoline di bosco. Dal colore trasparente e cristallino, offre al naso profumi intensi di frutti di bosco. Al palato, le note iniziali di ginepro sono seguite dai sentori raffinati di mirtilli, fragoline di bosco e lamponi.
Mentre in Trentino, si trova Energin Atomic, un gin distillato che unisce il gusto del gin e la carica degli energy drink. È realizzato con botaniche del Trentino e arricchito da tre elementi energizzanti: guaranà, noce di cola e ginseng.
Se Energin Atomic unisce il gusto del gin con l'energia degli energy drink, Linden Leaf utilizza tecnologie molecolari per creare gin sofisticati. Tra i suoi prodotti, Gin 8 è rinfrescante con note di agrumi e 8 botaniche esotiche, tra cui makrut, yuzu e grani del paradiso, stratificate su un cuore delicato di ginepro biologico. C’è anche Gin 88, che con 28 botaniche, tra cui yuzu, calamansi, grani del paradiso ed erba dolce azteca, offre un profilo complesso attorno al ginepro biologico. Entrambi possono essere serviti lisci, con ghiaccio, con un tonico delicato o in cocktail raffinati.
I GIN DEL NORD D’EUROPA
Spostandoci dall’Italia all’Europa, troviamo due gin distinti: Glendalough dall'Irlanda e The Botanist dalla Scozia.
Glendalough offre varianti come il Rose Gin, arricchito con petali di rosa per un profilo floreale e rosa, e il Blu Glendalough Wild Botanical Gin, con note floreali, erbacee e fruttate.
The Botanist, prodotto in Scozia, utilizza 31 erbe, di cui 22 autoctone dell’isola di Islay, per un gin con aroma raffinato di sale marino e bacche di ginepro, un palato secco con tocchi di pepe, spezie, limone e pera, e una consistenza cremosa e limpida.
VINCE LA QUALITA' DELLE MATERIE PRIME
Tutti i prodotti presenti al theGINday evidenziano una tendenza verso l’aromatizzazione, ma è essenziale preservare la qualità delle materie prime, ancora prima di concentrarsi sull'immagine del brand. «L’armonia del prodotto è sempre importante. Bisogna salvaguardare la qualità della materia prima, del processo produttivo e solo successivamente l’immagine - dichiara Pirola -. Questo perché, sia gli operatori del settore che i consumatori finali hanno sempre più strumenti per riconoscere la qualità, non è più qualcosa di sconosciuto come in passato».
L'aromatizzazione è una scelta identitaria forte per i nuovi produttori, anche se non sempre funziona. «A volte riesce e crea un buon equilibrio, ma altre volte i gusti sono troppo intensi e rischiano di dividere il mercato. C'è chi apprezza un certo aroma e chi no, o magari qualcuno è allergico, escludendo una parte di clientela. Nonostante questo, è una scelta che bisogna fare per trovare il proprio spazio», conclude l'organizzatore della manifestazione.
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