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19 Marzo 2024

Cibus 2024 fa il pieno di presenze e rilancia la sfida dell’export


L’estero gioca un ruolo importante nella crescita dell’agroalimentare made in Italy. È stato ribadito in occasione della presentazione della 22ª edizione di Cibus, a Fiere di Parma dal 7 al 10 maggio, al ministero dell’Agricotura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, alla presenza del ministro Francesco Lollobrigida.

Il made in Italy è l'insieme delle migliori qualità che possiamo offrire – ha dichiarato il ministro –. Dobbiamo raccontare al resto del mondo l'eccellenza del sistema agroalimentare italiano facendo conoscere sempre di più i nostri prodotti. L'export rappresenta un asset primario per l'economia della nazione, per questo è fondamentale creare occasioni, in cui incontrarsi e discutere dei nuovi scenari e delle nuove strategie per il settore. Cibus, che ho avuto modo di presentare a inizio marzo in Giappone insieme al presidente dell’Agenzia ICE, Matteo Zoppas, e all’ambasciatore Gianluigi Benedetti, rappresenta senz'altro un momento per affermare il nostro modello alimentare come riferimento globale”.

I NUMERI DELL’EXPORT

Nel 2023 l’export, secondo i dati Istat, nonostante un leggero calo dei volumi ha registrato un valore pari a oltre 52 miliardi di euro, con un aumento del +6,6% rispetto al 2022. A illustrare i dati è il presidente di Federalimentare ,Paolo Mascarino: “Un risultato straordinario se pensiamo che nel 2013, dieci anni fa, era a 26 miliardi di euro il fatturato dell'export. Il prossimo obiettivo è raggiungere e superare la Francia che fattura 10 miliardi più dell'Italia”.

L’orizzonte del settore è molto incerto a livello globale per l’incertezza degli scenari internazionali, ma anche delle normative intra ed extra Ue. Nonostante la  riduzione dei margini e del reddito disponibile, il rischio di nuovi dazi e di legislazioni iper restrittive, le aziende del settore continuano a investire e innovare guardando con crescente attenzione alle esigenze del consumatore e del pianeta, come dimostrano le migliaia di prodotti che saranno esposti a Cibus 2024 per ridare valore a categorie messe a dura prova dalle guerre e dalla crisi climatica.

I prezzi alimentari al consumo purtroppo per fattori esogeni alle imprese – secondo i dati di Federalimentare – corrono così più dell’inflazione: una tendenza che contraddice le antiche doti calmieratrici del settore e che si evidenzia anche nei primi mesi del 2024. Nel 2023, a fronte di un’inflazione media del 5,7%, i prezzi al consumo del comparto si sono attestati al +9,8% e questi aumenti non riusciranno a coprire l’impennata dei costi di produzione.

Il futuro del made in Italy alimentare – ha commentato Antonio Cellie, Amministratore Delegato di Fiere di Parma –, dipenderà dalla sua capacità di continuare ad innovare e investire restando fedele a tradizioni e territori. Dall’osservatorio privilegiato di Cibus siamo molto fiduciosi rispetto alla consistenza delle nostre imprese e dei nostri prodotti. Negli ultimi anni abbiamo ulteriormente incrementato il value for money della nostra offerta che diventa sempre più interessante per le principali geografie del nostro export a tutto vantaggio della bilancia commerciale e delle varie filiere”.

L’OSSERVATORIO

In questa chiave Cibus ha promosso e realizzato un Osservatorio sul settore food, che Fiere di Parma svilupperà in collaborazione con il CERSI, Centro di Ricerca per lo Sviluppo Imprenditoriale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Un monitor per offrire a imprenditori, manager e policy-makers un quadro costantemente aggiornato sull’andamento internazionale del settore food, fornendo indicazioni utili ai fini della ricerca di opportunità di sviluppo commerciale nei mercati esteri attraverso una metodologia comparata e costantemente aggiornata.Già in occasione del salone verrà presentato in anteprima un primo nucleo di dati della ricerca volta ad analizzare i trend della competitività delle principali regioni del mondo (Europa, America, Asia). Uno studio che vedrà la sua piena realizzazione in autunno, con l’analisi dei dati sulle esportazioni di 11 Paesi chiave: Italia, Germania, Spagna, Portogallo, Polonia Belgio, Paesi Bassi, USA, Cina, Brasile e Thailandia. L’obiettivo è fare un assessment sulla competitività internazionale di ciascun paese, attraverso l’analisi dell’evoluzione della posizione competitiva negli ultimi cinque anni e dei principali mercati di destinazione dei prodotti alimentari. 

CIBUS 2024: IL FORMAT

Per l’edizione 2024 Cibus attende un numero elevatissimo di espositori: oltre 3mila brand e una lista di attesa di 600 aziende. È l’anno dei record anche per la presenza di buyer della grande distribuzione italiana e internazionale – ad oggi quasi 2mila già registrati – provenienti da mercati come Stati Uniti, Germania, Spagna, Francia, Regno Unito e Medio Oriente.

Il 2024 sarà inoltre l’anno dei Paesi dell’area Asean, con il ritorno della Cina, la grande assente durante la pandemia, e un’importante delegazione dal Giappone. Cibus si svilupperà su 120mila metri quadri di superficie espositiva distribuita su otto padiglioni, e offrirà uno spaccato completo del settore alimentare italiano presentando in fiera tutto il meglio dei principali settori dell’agroalimentare made in Italy:  formaggi e derivati del latte, carni e salumi, gastronomia e prodotti surgelati, oltre alla sezione grocery, con pasta, dolci, conserve e condimenti, pilastro del nostro export agroalimentare.

TAG: FRANCESCO LOLLOBRIGIDA,CIBUS 2024

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